CorriereUniv.it
  • Home
  • Scuola
  • Università
  • Lavoro
  • Video
  • Contatti
No Result
View All Result
CorriereUniv
  • Home
  • Scuola
  • Università
  • Lavoro
  • Video
  • Contatti
No Result
View All Result
CorriereUniv

Università di Pisa, polemica dopo la rottura con Israele: la lettera della Prof.ssa Veronese e la risposta del rettore Zucchi

Luigi Bevilacqua by Luigi Bevilacqua
4 Agosto 2025
in Università
A A
Università di Pisa, polemica dopo la rottura con Israele: la lettera della Prof.ssa Veronese e la risposta del rettore Zucchi

All’Università di Pisa si infiamma la polemica dopo la recente approvazione di una mozione che sospende due accordi quadro con atenei israeliani — la Hebrew University e la Reichman University. La mozione ha innescato una dura reazione da parte della professoressa Alessandra Veronese, docente di Storia ebraica, che ha affidato la sua replica a una lettera aperta pubblicata su Il Foglio il 31 luglio.

Nel testo, Veronese accusa la scelta dell’Ateneo di “doppio standard” e di essersi piegato a una narrazione unilaterale basata su fonti, a suo dire, inaffidabili: “Gran parte delle notizie proviene da un sedicente ministero della Salute di Hamas, rilanciate da Al Jazeera, un canale certo non neutrale”. Contesta anche il linguaggio scelto: “Problematico anche l’uso del termine “bambini” invece di quello di “minori”; non pochi minori sono arruolati nelle file di Hamas, il che li esclude dal computo delle vittime civili.”.

Soprattutto, Veronese respinge la terminologia usata nella mozione: “Parlare di pulizia etnica è del tutto improprio, così come definire ciò che sta accadendo a Gaza un genocidio”. Poi, il riferimento alla vicenda di Francesca Albanese: “Il Senato accademico dichiara solidarietà a una figura come Francesca Albanese, già condannata da sette Paesi per antisemitismo”.


La risposta del rettore Zucchi

Cara Alessandra,

Mi permetto di darti del tu, come abbiamo sempre fatto anche in occasione delle riunioni degli organi di ateneo alle quali hai partecipato lo scorso anno, e ti ringrazio per il contributo che allora hai portato a una discussione che si è svolta in modo costruttivo, consentendo il confronto, talora acceso ma sempre corretto, fra le vostre posizioni e quelle di docenti e studenti vicini alla causa palestinese.Convengo con te che ci può essere incertezza sul numero preciso delle vittime civili a Gaza. Mi pare comunque indubbio che, anche scorporando i presunti militanti di Hamas e i presunti minori reclutati da Hamas, restano migliaia o decine di migliaia di vittime civili e di bambini innocenti, la cui età è dimostrata in modo drammatico dalle immagini che fanno ogni giorno il giro del mondo. Colpisce che questo accada per opera di persone che appartengono ad un popolo che ha avuto il merito immenso di trasmettere all’umanità la Torah, intesa come parola di Dio da tutte le grandi religioni monoteistiche e comunque come espressione della legge morale da quasi tutti i membri delle società civili. Lì si legge il comandamento “non uccidere”, un versetto che si trova, identico, in due libri (Es 20,13 e Dt 5,17 nella denominazione della Bibbia cristiana). Soltanto due parole e un punto. Nessuna limitazione o specificazione. Limitazioni e specificazioni sono state poi introdotte nelle legislazioni civili e anche in atti ecclesiastici, ma in quei due versetti non c’è nient’altro. Il comandamento è secco e apodittico: non uccidere, senza se e senza ma, come si usa dire oggi, segno di contraddizione con tutte le strutture di potere di questo mondo.

L’accusa di aver usato un doppio standard mi sembra infondata. La delibera del Senato Accademico afferma, in termini del tutto generali: “le collaborazioni accademiche e scientifiche – didattiche e di ricerca – con governi, istituzioni universitarie, enti pubblici o privati, dovranno essere pienamente conformi a tali principi [i principi statutari]”. Se l’analisi è iniziata dalla questione Israele-Palestina, recependo la richiesta di moltissimi membri della nostra comunità, è perché questa appare oggettivamente fuori scala rispetto alle altre tragedie che ci circondano. Lo è per il numero di vittime innocenti, per l’uso della fame come strumento di guerra, per l’estesa documentazione mediatica che dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio l’operazione di pulizia etnica in corso (“programma di eliminazione delle minoranze, realizzato attraverso il loro allontanamento coatto o ricorrendo ad atti di aggressione militare e di violenza”, questa è la definizione di “pulizia etnica” riportata nell’Enciclopedia Treccani) e anche, lasciamelo dire, per quanto notavo sopra, ovvero per lo scandalo derivante dalla contraddizione con l’altissimo messaggio etico che il popolo ebraico ha incarnato e trasmesso nella sua storia.

Analizzando i rapporti con le università israeliane, è emerso che abbiamo in atto progetti di ricerca sulle malattie neurodegenerative e sull’inquinamento di ecosistemi marini, che non sono stati disdetti, come non è stato disdetto l’accordo di scambio esistente nel contesto del programma Erasmus. Vi sono poi due accordi quadro, non associati ad alcun accordo attuativo e che quindi oggettivamente costituiscono un’apertura di credito generale nei confronti dei partner. Questi e solo questi sono stati interrotti, perchè entrambe le università presentano, a parere del Senato Accademico e del CdA, criticità rilevanti. Per citare solo le più evidenti, la Reichman University ha fin dall’inizio espresso piena ed esplicita adesione a quella che definisce la guerra in corso a Gaza, nonché sostegno attivo alla sua giustificazione ideologica e mediatica, mentre la Hebrew University mantiene ormai da molti anni un insediamento in una zona della Cisgiordania (Gerusalemme Est) definita come occupata illegalmente dalla risoluzione ONU 2334 del 2016 e collabora attivamente con l’esercito israeliano tramite i programmi Havatzalot e Talpiot.

Riguardo alla richiesta al nostro Governo di riconoscere lo Stato Palestinese, ricordo sommessamente che tale Stato è già riconosciuto dalla grande maggioranza dei membri dell’ONU, inclusi alcuni membri dell’Unione Europea, e a leggere le notizie riportate dalla stampa lo sarà nel prossimo futuro anche dal Canada e da Stati europei a noi molto vicini. Non sono un politico, ma da uomo della strada mi sembra che chi vuole davvero lavorare per la soluzione “due popoli in due stati” debba iniziare ponendo sullo stesso piano le due realtà etniche.

In relazione alle decisioni che abbiamo preso, non parlerei assolutamente di antisemitismo. Ricorderai le estese discussioni che abbiamo avuto, proprio in occasione delle riunioni che citavo all’inizio, sul concetto di antisemitismo e sulle sue diverse definizioni ufficiali. Al di là dei tecnicismi, quello che è emerso con chiarezza è che la critica a specifici atti del Governo dello Stato di Israele non può essere designata come antisemitismo e non fa venire meno in alcun modo il rispetto per il popolo ebraico, la possibilità di collaborazioni scientifiche e culturali su temi di interesse comune (come quelle che hai svolto e stai svolgendo tu) e la tutela dei nostri studenti israeliani, alcuni dei quali sono stati incontrarti più volte dal sottoscritto e dalla Prorettrice per il diritto allo studio. A questi studenti ribadisco la nostra disponibilità a sostenerli di fronte a qualunque difficoltà o discriminazione possano incontrare. Ribadisco anche la mia convinzione che il segnale politico che abbiamo deciso di inviare al Governo e alle Istituzioni dello Stato di Israele è conforme alla grande lezione che proprio la cultura ebraica ci ha trasmesso.

Cordiali saluti,

Riccardo 

 

 

Leggi anche altre notizie su CorriereUniv

Seguici su Instagram, TikTok e Facebook

Luigi Bevilacqua

Luigi Bevilacqua

Articoli Correlati

sofferenza dolore
Università

Guarire con minor sofferenza, scoperto come ridurre il dolore

Studenti con borse di studio in Italia bloccati a Gaza. Il ministero a Corriereuniv: “Mancano i dati biometrici, situazione difficile”
Università

Elezione Crui, i rettori: “Ramaciotti? Segnale interessante. Ora maggiore attenzione al reclutamento”

L’Università Statale di Milano porta musica e teatro all’IPM Beccaria: nasce il progetto “Una speranza mille sentimenti”
Università

L’Università Statale di Milano porta musica e teatro all’IPM Beccaria: nasce il progetto “Una speranza mille sentimenti”

Next Post
Scuola, approvato il decreto per le immissioni in ruolo 2025/2026: assunzioni per docenti, ATA e dirigenti

Scuola, approvato il decreto per le immissioni in ruolo 2025/2026: assunzioni per docenti, ATA e dirigenti

Social media manager, la professione del futuro: intervista a Mariano Tredicini

Social media manager, la professione del futuro: intervista a Mariano Tredicini

Facebook TikTok Instagram Youtube Twitter
CorriereUniv

ALL SOCIAL SRL
P.IVA 12873291004 N.
REA RM-1406694

Menu

  • Lavoro
  • Scuola
  • Università
  • Video
  • Contatti

Link Utili

  • Privacy Policy
  • cookie
  • Mini Guide di Orientamento

© 2025 CorriereUniv - Scuola | Università | Lavoro

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • Home
  • Scuola
  • Università
  • Lavoro
  • Video
  • Contatti

© 2025 CorriereUniv - Scuola | Università | Lavoro

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.