Università green: alcuni esempi di campus sostenibili

I campus universitari italiani si adeguano agli obiettivi di sostenibilità ambientale, sperimentando soluzioni da replicare anche nelle città.

L’esperienza accademica si articola ormai all’interno di vere e proprie città universitarie. Oltre gli storici atenei nei centri cittadini, ci sono i moderni campus che offrono servizi e spazi di aggregazione, necessitano di un consistente fabbisogno energetico e devono gestire in maniera efficiente le proprie risorse e i propri rifiuti.

Diversi campus italiani, nell’ultimo decennio, si stanno adeguando agli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale contenuti nell’Agenda 2020 per lo sviluppo sostenibile. Oltre 70 atenei si sono affiliati alla Rete delle Università per la sostenibilità (RUS), al fine di condividere studi e buone pratiche da far conoscere anche alla società.

Università green:
il Campus di Savona auto-produce energia pulita

Lo Smart Energy Building, inaugurato nel 2017 nel Campus di Savona, è il primo edificio universitario a emissioni inquinanti zero, che attinge energia dalla geotermia, dal sole e dalle attività sportive degli studenti di Scienze motorie

L’Università di Genova, col contributo di Enel, Siemens e ministero dell’Ambiente, ha dotato il campus di Savona di un sistema smart grid. Un impianto di cogenerazione a gas alimenta la rete di teleriscaldamento delle palazzine e, col supporto di pannelli solari, produce energia elettrica. Il campus ligure auto-produce l’energia necessaria ai propri fabbisogni, con un ridotto impatto ambientale.

Nel 2017 è entrato in funzione lo Smart Energy Building, edificio a zero emissioni inquinanti. La palazzina, infatti, sfrutta la geotermia del sottosuolo per il riscaldamento e il raffrescamento. L’impianto fotovoltaico produce l’energia elettrica necessaria alla struttura, collegandosi alla smart grid in caso di necessità o per cederne eventuali picchi energetici. Anche gli studenti di Scienze motorie producono energia elettrica, utilizzando gli attrezzi ginnici del laboratorio.

Il Campus di Savona è stato annoverato tra le cento eccellenze energetiche italiane presentate alla Cop 21 di Parigi. La sala comandi della smart grid accoglie studiosi e amministratori locali, interessati a conoscere soluzioni di sostenibilità energetica, replicabili anche nelle città.

Roma, le università riducono gli sprechi e l’impronta di carbonio

Alla LUISS Guido Carli di Roma, la comunità universitaria si impegna a ridurre la propria impronta di CO2. Per la mobilità di studenti e docenti, l’università mette a disposizione navette a basse emissioni (5 a gas e 2 a trazione totalmente elettrica). L’ateneo ha anche lanciato una campagna per la riduzione della plastica, distribuendo borracce e installando erogatori d’acqua.

Con il Premio Non sprecare 2019, la LUISS cerca idee dal basso per rendere le città più verdi e, di conseguenza, ridurre la CO2 nell’aria. Cittadini e associazioni sono chiamati a fornire idee di aggregazione sociale, per piantare alberi nelle città e prendersene cura.  Il concorso coinvolge giovani, scuole, università, start-up e associazioni. Le ideepotranno anche essere finanziate con la formula del crowd-funding.

L’Università Campus Bio-medico ha riorganizzato a Roma in chiave sostenibile il servizio di mensa mensa universitaria. Per ridurre gli sprechi e rendere i cibi più fragranti, gli studenti si servono di una cucina espressa, a cui si aggiunge un’area dedicata a frutta e insalate. Per velocizzare i transiti, l’attesa è ai tavoli e un dischetto elettronico avvisa quando le pietanze sono pronte. Gli arredi interni possiedono la Certificazione di Custodia FSC, che certifica la provenienza del legname da foreste gestite responsabilmente.

 
ambienteambienti.com

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