Università di Perugia al voto: l’intervista ai prof. Carbone, Marianelli, Signorelli candidati alla guida dell’Ateneo

I tre docenti vengono da dipartimenti diversi, sulle ricette invece ci sono differenze ma anche somiglianze per superare le sfide che l’Ateneo umbro ha davanti
I professori Carbone, Marianelli e Signorelli – foto Corriereuniv.it

Per la corsa a cinque alla guida dell’Università degli studi di Perugia avevamo presentato due dei candidati. Oggi scopriremo i rimanenti tre in lizza per il ruolo di rettore dell’Ateneo umbro. Il prof. Paolo Carbone, ordinario di Misure elettriche ed elettroniche, presentando il suo programma nelle scorse settimane si era distinto per il non voler lanciare degli slogan ma dando tre missioni che l’Ateneo dovrebbe portare avanti nei prossimi sei anni: didattica, ricerca, terza missione. Queste poste su quattro direttrici trasversali, internazionalizzazione, digitalizzazione, sostenibilità e valorizzazione delle persone. “Dobbiamo rafforzare la connessione con le imprese, valorizzare il merito e la qualità della formazione, creando un ambiente di lavoro collaborativo e inclusivo”, dichiara Carbone intervistato da Corriereuniv.it. Tra le priorità “una didattica sempre più centrata sullo studente, una ricerca che attragga e valorizzi i giovani talenti, un’effettiva terza missione in grado di generare impatto sul territorio”.

Carbone: “Chi si laurea all’Università di Perugia deve avere orientamento anche in uscita”

Il problema di cosa faranno i neo laureati è sempre più centrale anche all’interno del mondo accademico. “Dobbiamo affrontare di petto il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro – afferma Carbone –. Paradossale che molti giovani laureati e formati non trovino lavoro e allo stesso tempo che le imprese facciano fatica a trovare le figure professionali adeguate”. Più orientamento in entrata ma anche “in itinere e in uscita, valorizzando il ruolo dei tutor”. L’AI come alleata dell’apprendimento “sotto una guida attenta dei docenti”. “Non è più una discussione se usare queste tecnologie ma di come farlo”, spiega il professore.

Sulla ricerca e competitività dei fondi per attrarre ricercatori la sfida è tutta in salita. “La contrazione del FFO ci impone di agire su più fronti: semplificare l’accesso ai bandi, supporto ai progetti di ricerca, promuovere partenariati pubblico-privato e facilitare chi vuole operare nella terza missione”, afferma Carbone. “Intendo istituire la figura del lean manager per semplificare i processi”. Per l’internazionalizzazione invece “incentivi in modo da rendere l’Ateneo attrattivo per la qualità della vita, strutture, ricerca ma anche opportunità professionali reali”. Una parola ricorre in Carbone: partecipazione. “Non si può pensare ad un’università moderna senza il coinvolgimento degli studenti”. Il professore parla anche di forme di consultazione diretta. “La disponibilità all’ascolto riguarderà anche docenti e personale tecnico-amministrativo”.

Marianelli: “Ateneo che valorizzi relazioni e semplifichi i processi”

“Prenderci cura” della comunità accademica dell’Università di Perugia è il titolo del programma del prof. Massimiliano Marianelli, ordinario di Storia della filosofia e direttore del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione. “L’Università deve tornare a essere uno spazio aperto di dialogo tra saperi e persone, dove ricerca -soprattutto la ricerca di base, libera da vincoli-, didattica -di qualità-, e terza missione si sviluppano in armonia”, dichiara il professore a Corriereuniv.it. “Un Ateneo che valorizzi le relazioni, semplifichi i processi, potenzi la partecipazione democratica e rafforzi l’identità pubblica, attraverso un modello di gestione basato su ascolto, coinvolgimento e programmazione”.

“Qualità, inclusione e personalizzazione dei percorsi” sono le parole chiave di Marianelli su cui migliorare la didattica. Che passa attraverso una formazione continua dei docenti e nel supporto metodologico. Rilevante è l’introduzione di una figura “delegata” all’AI per guidare i processi amministrativi. “L’adozione dell’intelligenza artificiale non deve essere percepita come alternativa all’insegnamento ma un’opportunità per rafforzare la relazione educativa. Una garanzia per cui nessuno resti indietro”. Riguardo la ricerca e ai fondi da cercare vista la contrazione dell’FFO il professore punta su trasparenza di “gestione condivisa” rispetto quest’ultimo e “progettualità di qualità, anche le opportunità di fundraising”. Senza contare il rafforzamento delle reti locali, nazionali ed estere per attrarre risorse. “Sul fronte internazionale, valorizzeremo l’Alleanza ARTEMIS e avvieremo nuovi percorsi Erasmus Mundus. Internazionalizzare non significa solo attrarre, ma generare impatto: scientifico, culturale, sociale”, afferma Marianelli.

Per attrarre ricercatori a Perugia dall’estero, invece, il professore punta sulla creazione “di un ufficio di ricerca dedicato alla valutazione della qualità e alla gestione dei progetti locali, l’istituzione di un centro coordinato da un project manager, la creazione di un ufficio per la Terza Missione”. Il docente rimarca l’utilizzo “di un metodo orientato all’ascolto e alla valorizzazione diffusa dei Dipartimenti che promuova una corresponsabilità”. Il coinvolgimento passerà anche per gli studenti di Perugia. Questi ultimi saranno protagonisti di un “tavolo permanente con il Rettore”. “Proponiamo di mantenere la no tax area fino a 30 mila euro e introdurre una low tax area per evitare che chi superi di poco la soglia debba affrontare un carico sproporzionato”. Anche sui dottorati bisogna incidere “riconoscendo adeguatamente il titolo di dottore di ricerca e promuovendone il ruolo nella società contemporanea”.

Signorelli: “Sulle risorse per la ricerca serve una governance allargata”

Quinto contendente presentato alla corsa di rettore dell’Università di Perugia è il prof. Marcello Signorelli, ordinario di Politica economica e direttore del Dipartimento di Economia, il cui programma si fonda su tre parole chiave: concretezza, visione, comunità. “Interventi alle strutture, semplificazione amministrativa, senza dimenticare la centralità delle mission dell’università – ricerca, didattica, terza missione – che possono realizzarsi risorse maggiori di FFO o fuori esso”. Sulle risorse future non si fa illusioni, “il futuro non sarà per nulla semplice”, afferma. “La mia idea è quella di creare un gruppo di lavoro tecnico-scientifico con rettore, pro rettori e delegati. La figura stessa di Rettore – afferma Signorelli – deve essere ridimensionata a livello quantitativo e selezionare dei delegati in una governance allargata”.

Sulla didattica Signorelli sottolinea l’importanza della formazione del personale docente e tecnico sull’AI che “non potrà prescindere anche dalla formazione accademica e nella procedura amministrativa semplificata”. Imprescindibili le connessioni con il territorio ed extra territorio. Per l’attrattività dei ricercatori dall’estero bisogna “creare localmente un ambiente ancora più bello, creativo e accogliente”, mentre per quanto riguarda gli stipendi “va affrontata a livello nazionale”. Un’altra strada da percorrere è quella della maggiore internazionalizzazione “con curricula e corsi di laurea in lingua straniera”. Il rapporto con gli studenti rimane centrale. “Serve un ulteriore coinvolgimento – afferma Signorelli –, da un lato servono gruppi di lavoro specifici che aiutino la governance su tematiche delicate, dando anche più risorse alle attività di rappresentanza, dall’altro l’ingresso dei dottorandi nei consessi come avviene già in altri Atenei. Non dobbiamo dimenticarci che le Università sono nate per gli studenti”.

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