“Università di Messina, violato l’anonimato nel concorso interno”. A rischio le prove degli ultimi tre anni

Nuove accuse all’Università di Messima, stavolta all’attenzione della procura è finito un concorso per progressione verticale di personale interno tecnico amministrativo per il quale sarebbe stato violato l’anonimato dei concorrenti. Questo è perlomeno il contenuto di un esposto presentato da Paolo Todaro, membro del Senato accademico, lo stesso che aveva sollevato la questione delle “spese pazze” dell’ex rettore, Salvatore Cuzzocrea. Ma c’è di più. Il concorso in questione potrebbe innescare un effetto domino e mettere in dubbio tutti i concorsi esterni e interni dal 2021: la violazione dell’anonimato potrebbero essere avvenuta, infatti, a causa della piattaforma telematica utilizzata per questo concorso, ma anche per tutti i concorsi esterni e interni degli ultimi 3 anni. Se fosse quindi accertata la violazione dell’anonimato, anche tutti gli altri potrebbero essere messi in discussione.

Il concorso sotto accusa

Il concorso in questione, che rischia di trascinare con sé anche gli altri, si è tenuto nel luglio del 2023. Agli atti del concorso risulterebbe un documento in cui sono riportati i voti dei candidati ma non i nomi. I voti però seguono un elenco alfabetico nonostante fosse una fase in cui vigeva l’anonimato. Com’è possibile dunque che i voti seguissero un ordine alfabetico? L’ipotesi è che sia stato violato l’anonimato e dunque la trasparenza del concorso per il quale adesso Todaro chiede l’annullamento alla rettrice Giovanna Spatari.

Si tratta della targata “Quid-Cineca“, il consorzio interuniversitario che fornisce la maggior parte delle piattaforme e dei sistemi sulle quali l’Ateneo basa i servizi ai propri utenti. Questa piattaforma viene utilizzata sia per i concorsi esterni che per le selezioni interne riservate al personale in servizio presso l’Ateneo”, spiega Todaro. Alla richiesta di nuove informazioni e documentazione riguardo la piattaforma, però, non è seguita nessun’altra risposta, denuncia lui alle agenzie stampa: “Ho chiesto una verifica degli atti di tutte le procedure concorsuali svolte negli ultimi tre anni e non ho ricevuto risposta”.

La nota della rettrice

La rettrice di Messina, sollecitata dagli organi di stampa, ha però inviato una nota in cui ha spiegato che “il Cineca ha confermato che i commissari del concorso in questione hanno corretto le prove in totale anonimato. Solo sciogliendo l’anonimato – ha spiegato il Cineca – ci si è accorti che l’algoritmo con cui funziona la piattaforma per la gestione di queste procedure, ha generato il side effect di organizzare le domande dei candidati in ordine alfabetico. La relazione inviataci è dettagliata e fa emergere che, tecnicamente, nessuno poteva avere contezza in anticipo di tale circostanza”, ha voluto chiarire Spatari. Che ha aggiunto: “Abbiamo chiesto un approfondimento, inoltre, alla Commissione e i riscontri ottenuti hanno rappresentato un’ulteriore conferma di quanto detto dal Consorzio. L’impronta che ho voluto dare al mio governo è quella della trasparenza e della legalità”.

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