Il 6 dicembre, poi, gli universitari torinesi parteciperanno al corteo organizzato per commemorare, a un anno di distanza, i sette morti della Thyssenkrupp, «per ribadire, se ancora ve ne fosse bisogno – spiegano – che di lavoro in Italia non si può morire come avvenuto a Torino». Nel pomeriggio dello stesso giorno gli studenti si sposteranno a Susa per unirsi al corteo No Tav «per riaffermare che la Tav non si farà e per portare avanti un discorso a difesa dell’acqua, dell’ambiente e della salute di tutti noi».
Sciopero generale, presenti. Le iniziative proseguiranno, poi, il 12 dicembre quando anche nel capoluogo piemontese, come nel resto d’Italia, gli studenti parteciperanno allo sciopero generale indetto dai sindacati, mentre il 13 dicembre l’Assemblea No Gelmini ha intenzione di contestare l’inaugurazione dell’anno accademico, cerimonia confermata proprio nei giorni scorsi dal Senato Accademico.
L’inaugurazione della discordia. «Come studenti e studentesse dell’Università di Torino – sottolineano gli studenti dell’Assemblea No Gelmini – non possiamo che esprimere il nostro più totale dissenso rispetto a questa decisione e all’atteggiamento di insufficienza che l’ha accompagnata».
Colletta per il treno. Infine è in programma anche un evento per raccogliere i fondi che mancano per saldare il debito contratto dagli studenti con Trenitalia per il treno speciale messo a disposizione per il corteo di Roma della scorsa settimana. Intanto, venerdì mattina, alcune centinaia di studenti delle scuole superiori sono scesi in corteo e hanno organizzato un volantinaggio alla stazione di Porta Nuova.
Manuel Massimo