Test medicina: si al colloquio

Finita la preparazione, finita l’ansia e la paura del test d’accesso alla facoltà di medicina, i futuri camici bianchi possono solo aspettare la graduatoria di ammissione.
Alla Federico II di Napoli hanno sostenuto il test ben 3.739 persone per 358 posti disponibili. Alla fine della prova molti i pareri discordanti: qualcuno dice d’aver trovato le domande più semplici di quelle dello scorso anno, altri credono che ogni anno i quiz si complichino di più.
Parola d’ordine tra i ragazzi: si al colloquio! Ormai stanchi di essere valutati per le sole competenze esprimibili con il test, sembrano essere tutti d’accordo su questo punto come ci ha spiegato Katia Nespoli all’uscita dall’aula: “Purtroppo, il mio test è stato annullato. Solo allo scadere della seconda ora mi è stato detto che avevo sbagliato a compilare l’iscrizione. Lo trovo molto ingiusto! Sostenere un colloquio sarebbe la cosa più giusta da fare poiché le domande limitano la nostra capacità di espressione e dimostrazione della preparazione”. Dello stesso parere Antonio Auricchio: “Il colloquio è necessario. Anche se credo d’aver superato bene la prova ritengo che questa possa essere penalizzante. Non so quanto possa servire conoscere in quale poesia si trova un determinato verso per fare il medico – ha continuato – la cultura non viene solo dalla formazione scolastica, è anche formazione personale e solo con un test non si ha adeguata possibilità di dimostrarlo”.
Molti si aspettano un cambiamento dal prossimo anno. C’è anche chi suggerisce di adottare il metodo francese ovvero iniziare il corso di studi di medicina e poi, raggiunto il terzo anno, sostenere un esame per verificare se la preparazione è adeguata per terminare la laurea.

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