Video e foto dei test d’ammissione ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sono circolati online, sui gruppi telegram e sui social prima della fine dell’esame, provocando la reazione del ministero dell’Università e della Ricerca, che minaccia di annullare le prove dei candidati responsabili. “Tutte le immagini degli esami attualmente in circolazione saranno trasmesse agli atenei, per mezzo della Conferenza dei rettori, affinché possano essere individuati i responsabili e ripristinato il pieno rispetto delle procedure previste, incluso l’annullamento della prova, come prevede il regolamento”, fa sapere ufficiosamente il ministero, specificando che “continua il monitoraggio in corso per segnalare anche nuovi contenuti eventualmente pubblicati”.
Sulla vicenda interviene anche la Crui, la Conferenza dei rettori, con una nota firmata dalla presidente Laura Ramaciotti: “Totale intransigenza verso chi diffonde e pubblica online o con qualsiasi mezzo le immagini degli esami per l’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Sono certa che tutti gli atenei adotteranno la massima fermezza nell’individuazione dei responsabili di questi atti per ripristinare il rispetto di tutte le procedure. In alcuni casi gli atenei sono già tempestivamente intervenuti ritardando e annullando i compiti. Le università vigileranno perché questi fatti non si ripetano”, afferma.
La denuncia: “C’è chi copiava dal telefono e dopo segnalazione la commissione ha detto di non poter fare nulla”
A Padova una studentessa ha minacciato una denuncia formale alle forze dell’ordine dopo che “un uomo, più grande di età di uno studente, ha copiato tutte le prove dal telefono e dopo mia segnalazione la commissione ha più volte ribadito che non poteva farci nulla”. Sempre a Padova molti partecipanti all’esame hanno ribadito che in alcune aule le buste fossero aperte prima dell’inizio del test. “A Palermo ad una ragazza è squillato il telefono e nonostante segnalazioni la prova non è stata annullata. Inoltre un docente della commissione è stata tutto il tempo dietro di lei a suggerirle le risposte”, afferma a Corriereuniv.it Monica, studentessa Siciliana. “Tanti di noi hanno dovuto studiare fin prima l’inizio dei corsi, che già sono durati poco, e nonostante tutto rischiamo di non entrare. Quando altri si sono comprati l’ammissione”.
“Al Lingotto di Torino, nell’aula C, non ho notato nulla di particolare: la vigilanza era piuttosto rigorosa. Devo però ammettere che avrebbero potuto essere più severi su alcuni aspetti, come la gestione dei telefoni. Sarebbe stato utile richiederne la consegna o prevedere un contenitore dedicato, considerando che era possibile tenerli nascosti, ad esempio sotto un maglione, senza che fosse evidente”, afferma Gaetano. “Nel pomeriggio ho poi analizzato Google Trends e ho osservato che, tra le 22:00 e le 3:00 della notte precedente, sono stati cercati termini specifici come “Gram negativo” e “aminoacil tRNA sintetasi”, con picchi fino a 100 ricerche. Le registrazioni vocali che circolano non costituiscono prove e possono essere facilmente speculative. Tuttavia, le fotografie in cui compaiono chiaramente gli esami rappresentano evidenze concrete”, afferma lo studente.



Chi raccontava di aver avvistato un candidato munito di smartwatch, chi addirittura una radiolina nascosta dentro la sciarpa. Chi invece in un vocale afferma che a Bari un docente abbia risposto “fatti gli affari tuoi” ad un ragazzo che voleva denunciare formalmente l’uso di un telefono da parte di un vicino per copiare le risposte dai gruppi telegram. Insomma se la faccia degli Atenei dovesse avere esito positivo ci saranno molti test annullati per i singoli e poi si aprirebbe la strada per i ricorsi.
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