Super anticorpi, Italia in prima linea nella ricerca per battere il coronavirus

3D illustration of corona virus coronavirus COVID-2019 in microscope

Come per il vaccino, anche la ricerca sugli anticorpi ha creato alleanze strategiche per arrivare ad avere dal plasma un “farmaco” anti-Covid-19. Partnership che vedono l’Italia in prima linea. Kedrion Biopharma, azienda biofarmaceutica italiana, player mondiale nel settore dei plasma-derivati, ha avviato questa settimana una collaborazione proprio con la Columbia University, che su Nature ha pubblicato di aver scoperto anticorpi molto più potenti e diversificati rispetto a quelli trovati finora e che, dicono i ricercatori, sono pronti per essere trasformati in terapie, non prima di averli testati sull’uomo. Finora infatti i super anticorpi sono stati sperimentati nei criceti, nei quali hanno dimostrato sia di neutralizzare il nuovo coronavirus, sia di dare una protezione. Ora si stanno pianificando i test su altri animali e sull’uomo.

L’accordo tra Kedrion e la Columbia riguarda un progetto di ricerca sullo sviluppo e sul test di una nuova terapia a base di IgG (immunoglobuline) contro il Covid-19 messa a punto dalla stessa Kedrion e da Kamada Ltd, biotech israeliana specializzata in prodotti plasma-derivati. Secondo i termini dell’accordo, Kedrion fornirà alla Columbia il plasma di pazienti convalescenti da Covid-19 destinato a essere utilizzato per la produzione della terapia IgG. Questo plasma da convalescente sarà testato dalla Columbia University contro le proteine virali per verificare il potere neutralizzante delle immunoglobuline iperimmuni.

Come ha spiegato Steven Spitalnik, direttore medico dei laboratori di Ricerca clinica della Columbia University, questa fase di valutazione del titolo neutralizzante presente nelle immunoglobuline iperimmuni dovrebbe completarsi entro l’inizio di agosto, mentre gli studi clinici sull’uomo potranno iniziare solo una volta ottenuta l’approvazione della sperimentazione da parte della Food and drug administration americana. “Speriamo nel corso di questo terzo trimestre di poter valutare la terapia a base di IgG che potrebbe essere utilizzata in studi clinici su pazienti e volontari – ha spiegato Spitalnik -.La mia speranza è che, se la terapia riceverà l’approvazione da parte della Fda, potrà essere somministrata al personale sanitario in prima linea e a rischio di ammalarsi di Covid-19 presso il Columbia University e altrove”.

Ma anche il Mad (Monoclonal antibody discovery) Lab di Fondazione Toscana Life Sciences ha annunciato di aver terminato la fase di discovery di anticorpi monoclonali umani in risposta all’infezione da Sars-CoV-2. Sono 3 gli anticorpi selezionati a partire da più di 4000 candidati ottenuti dal sangue di pazienti convalescenti o guariti da Covid-19, ricevuto grazie alla collaborazione con Inmi Spallanzani e, successivamente, con la Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese e che, dopo essere stati oggetto di domanda di brevetto, potranno essere prodotti per i test clinici.

“Uno di questi tre anticorpi – afferma Claudia Sala, senior scientist – è stato il primo identificato come potente che si è confermato tale ormai in diversi esperimenti ed è dunque già stato espresso e purificato in laboratorio. Grazie alla sequenza del Dna che codifica per questo anticorpo abbiamo potuto produrlo in vitro e purificarlo, verificando come anche questa versione e una variante “mutata”, cioè migliorata nelle sue proprietà funzionali, mantengano attività neutralizzante nei confronti del virus”. La sequenza di Dna dei tre anticorpi monoclonali umani è stata inviata a un partner svizzero per lo sviluppo delle linee cellulari e, successivamente, avverrà la produzione in cGMP (current Good Manufacturing Practice) e l’infialamento grazie all’accordo sottoscritto con il Gruppo Menarini per l’utilizzo del loro impianto industriale Biotech di Pomezia. L’obiettivo è di poter avviare entro la fine del 2020 i test clinici sull’uomo.

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