Sulla dad è ancora scontro tra Governo e Regioni: i governatori chiedono libertà di attivarla anche senza essere in zona rossa

Lo scontro sulla dad tra Governo e Regioni non sembra essere per niente finito. I governatori, con in testa quello della Campania, Vincenzo De Luca, spingono per firmare un documento indirizzato all’esecutivo per rivedere i criteri e le competenze sulle ordinanze che dispongono la sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole. Quelle meno intransigenti, guidate dalla Puglia di Michele Emiliano, rimandano ogni decisione alla prossima Conferenza delle Regioni.

“Non abbiamo preso nessuna decisione, né approvato alcun documento sulla ripresa dell’attività didattica nelle scuole o sui criteri delle ordinanze. Sono stati affrontati nell’ambito di una discussione generale diversi temi legati all’esigenza di rendere più efficace la collaborazione fra il Governo e le Regioni – ha fatto sapere ieri Emiliano in un nota – Ciascuno ha potuto liberamente esprimere il proprio pensiero rispetto a diversi aspetti che caratterizzano questo rapporto. Ma non c’è stata alcuna conclusione”.

Il documento che le Regione vorrebbero far passare chiese di non limitare esclusivamente alle zone rosse la loro possibilità di emanare ordinanze sulla didattica a distanza. Una richiesta quanto mai attuale osservando quanto sta accadendo in Sicilia, dove la task force regionale ha dato il via libera alla riapertura delle scuole da oggi (dopo tre giorni di rinvio), trovando però il secco no di molti sindaci che autonomamente hanno deciso di mantenere le chiusure, almeno fino a lunedì.

Sono molte, intanto, le città alle prese con la mancanza di professori e personale scolastico. Nel Lazio, il 30%-40% degli istituti fa orario ridotto per la mancanza di docenti. Situazione simile in Toscana dove la maggiore mancanza riguarda il personale del ciclo primario, in particolare maestre, mentre si sprecano le segnalazioni di scuole in Emilia-Romagna dove gli studenti, anche oggi, hanno dovuto abbandonare prima le loro classi perché i presidi non sono riusciti in tempo a nominare supplenti per garantire il normale svolgimento dell’orario scolastico.

Leggi anche:

Exit mobile version