L’allarme arriva dall’Ordine degli Psicologi – già oggetto di un’inchiesta pubblicata proprio oggi da Il Messaggero – preoccupati non poco della scarsa valorizzazione che la professione ha qui in Italia, a partire dalle ASL che non impiegano come dovrebbero i professionisti del settore, con conseguente pericolo di sotto-occupazione diffusa.
Negli Stati Uniti ad esempio, la figura dello psicologo ha una sua ‘autorevolezza’, oltre che un riconoscimento sociale quasi del tutto sconosciuto nel nostro Paese. Ma accanto ai problemi di carattere organizzativo e di migliore “allocazione” delle risorse, esistono impedimenti oggettivi dati dal fatto che l’organico totale del Servizio Sanitario Nazionale si aggira sui 5,400 psicologi, mentre i laureati che si contano ogni anno in Psicologia viaggiano sulle 8,000 unità. Come fare ad assorbirli? Di questi tempi, avere cura del proprio benessere psico-fisico è un’esigenza molto sentita. Gli ambiti di intervento, in linea teorica, sarebbero davvero tanti.
A questo si aggiunga il flop della riforma del 3+2 che, sbagliando completamente i calcoli, ha suggerito l’eventualità della laurea triennale per farsi largo in un mercato del lavoro già troppo complicato per gli stessi laureati della specialistica.