Una decisione, quella della custodia cautelare, che il sociologo Gianfranco Bettin condanna senza appello: “Dalle motivazioni dell’operazione giudiziaria che in queste ore ha colpito alcune decine di attivisti del movimento degli studenti – afferma Bettin – emerge un’immagine irriconoscibile di ciò che è davvero stata in questi mesi l’esperienza dell’Onda e, in genere, la mobilitazione che ha contestato punto per punto la riforma scolastica e universitaria proposta dal governo e l’idea di società, di sapere e di ricerca che quella riforma sottende”.
Insomma, per il sociologo veneziano nell’Onda non ci sono “né complotti né infiltrati, c’è solo un movimento grande e forte la cui criminalizzazione è non solo inaccettabile, ma foriera di altre gravi derive e asprezze”. Per Bettin, “è stato ed è un movimento grande, forte, pacifico, creativo, uno dei più importanti di questi anni”. “Sconcertano dunque le motivazioni degli arresti – aggiunge il sociologo – che sembrano rinviare a un’idea della mobilitazione figlia di altri tempi, ipotizzando complotti e infiltrazioni: e perché no il ‘Grande Vecchio’ o il Voldemort di Harry Potter?“.
Tra le diverse forme di protesta si segnala quella di Genova, dove gli esponenti dell’Onda hanno interrotto una conferenza strategica sul futuro della città: una trentina di ragazzi sono entrati nella sala dove si teneva convegno ripetendo lo slogan “Rettore prendi posizione o con noi o con la repressione”. “Siamo qui per chiedere una presa di posizione contro un gesto intimidatorio volto a bloccare la protesta di chi si batte contro la precarietà e a favore della scuola pubblica” hanno detto gli studenti. Il rettore dell’ateneo genovese, Giacomo Deferrari, ha risposto esprimendo solidarietà: «Pur non conoscendo a fondo i fatti, in linea generale sono contrario al fatto che studenti che manifestano vengano arrestati. Cose come queste nel nostro Paese succedono ormai troppo spesso».
Manuel Massimo