Studentessa si uccide il giorno prima della laurea: le mancava ancora un esame

Le mancava un esame, quello di latino, ma ai genitori aveva detto che si sarebbe laureata a breve. E così, il giorno prima di quella cerimonia tanto attesa, ha deciso di uccidersi buttandosi giù da un dirupo. È morta così, Diana B., una giovane di 27 anni di Somma Vesuviana iscritta alla Federico II di Napoli. Secondo quanto ricostruito, dietro il suo gesto ci sarebbe proprio quell’esame non ancora sostenuto ed una laurea che, almeno per ora, non avrebbe potuto conseguire.

Era stato il papà nei giorni scorsi a lanciare l’allarme per la sua scomparsa dopo che aveva cercato, invano, di mettersi in contatto con lei proprio alla vigilia di quello che avrebbe dovuto essere un giorno speciale: quello della sua laurea in Lettere. Il cellulare non era raggiungibile ma poi lei aveva inviato un messaggio dicendo che avrebbe dovuto recarsi in biblioteca per ritirare la tesi. A Napoli però non c’è nemmeno mai andata visto che le telecamere interne dell’università quel giorno non l’hanno mai ripresa.

Il corpo ritrovato in un dirupo

Il suo corpo è stato trovato in un dirupo, nei pressi di un ex ristorante. È stata un’amica di corso, in una chat, a dire: “Aveva raccontato che andava a ritirare la tesi, ma non doveva ancora laurearsi”. Da lì le indagini dei carabinieri ed il sospetto che dietro il suo suicidio ci fosse quella laurea tanto attesa ma ancora lontana.

La reazione degli studenti

“Diana è l’ennesima vittima di un sistema universitario solo fintamente meritocratico, che ci mette gli uni contro gli altri, in una competizione forsennata, con il costante ricatto dell’aumento delle tasse” hanno detto gli studenti di Link che questa mattina si sono riuniti per ricordare la 27enne. Più plateale la protesta degli studenti dell’Università L’Orientale di Napoli che hanno esposto uno striscione (nella foto in alto) all’esterno della sede di Palazzo Giusto: “La vostra università uccide. Ci dispiace Diana”.

Il dolore del rettore Lorito

“Quando ho saputo della scomparsa sono rimasto col fiato sospeso e la paura più terribile si è realizzata. È una perdita enorme, quando si spegne una giovane vita è sempre una cosa terribile” è stato invece il commento del rettore dell’Università Federico II di Napoli, Matteo Lorito. Se il malessere non si manifesta – ha aggiunto Lorito – diventa impossibile per noi intervenire. L’appello è di segnalarci se ci sono malesseri forti. Noi non siamo solo gli erogatori di didattica, noi vogliamo proprio aiutare ancora di più i più deboli e fragili. Abbiamo chi si occupa a tempo pieno di questo. Chiedo a tutti di essere attenti”.

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