L’iniziativa delle università ha portato all’accoglimento della richiesta di sospensiva, con conseguente annullamento, allo stato attuale, delle disposizioni ministeriali. «In attesa di un pronunciamento definitivo della magistratura ordinaria in merito alla vicenda e dei probabili, ulteriori sviluppi giudiziari della controversia, gli ‘atenei capofila’ di Napoli e Bologna, sedi delle scuole federate nate in seguito all’accorpamento con quelle degli atenei ricorrenti, hanno deciso di non procedere all’immatricolazione dei colleghi vincitori di concorso in queste scuole o di non consentirne comunque la presa in servizio», continua la nota.
La FederSpecializzandi considera «questo atteggiamento illegittimo perchè non dettato da atti giuridicamente vincolanti, ma esclusivamente dalla volontà di prendere tempo in attesa delle ulteriori tappe della vicenda. Si sta di fatto impedendo, arbitrariamente, a medici regolarmente vincitori di concorso pubblico, l’accesso alla formazione specialistica, scaricando su di essi gli effetti dello scontro legale in corso tra Miur e atenei ricorrenti. In questo modo si sta determinando, tra l’altro, una grave e inaccettabile disparità tra i colleghi interessati dal provvedimento e coloro che invece hanno già preso servizio regolarmente a decorrere dal 30 giugno».
Per questo la presidenza di FederSpecializzandi chiede un intervento formale al ministro. «Qualora gli atenei in questione non provvedano all’immatricolazione o alla chiamata in servizio, FederSpecializzandi affiancherà i giovani colleghi nell’inevitabile azione legale che verrà intrapresa contro tale palese ingiustizia», conclude la nota.