Si chiama «Spaser», è descritto sulla rivista Nature ed è nato negli Stati Uniti, dalla collaborazione fra le Università Purdue, Norfolk e Cornell.
Anziché concentrare la luce, il dispositivo utilizza le particelle generate dall’oscillazione di un plasma di elettroni, chiamate plasmoni. Sono minuscole sfere d’oro rivestite da una sostanza simile al vetro, dal diametro di 44 millesimi di millimetro.
In futuro, dicono gli esperti, potrà portare a sensori e microscopi dieci volte più potenti rispetto a quelli attuali, al punto da riuscire a vedere oggetti piccoli come la molecola del Dna. Potrà portare inoltre a computer molto più veloci, che utilizzano segnali elettronici anziché luminosi e a celle solari, molto più efficienti di quelle attuali.
Manuel Massimo