Sia l’Udu (Unione degli Universitari), che l’Uds (Unione degli Studenti) promettono battaglia: se il governo non cambia rotta per quanto riguarda l’Istruzione, quella di questa mattina sarà solo la prima delle proteste che verranno organizzate: “non è che l’inizio”, appunto.
Da un camioncino alcuni degli animatori della manifestazione parlano col megafono alla folla ribadendo i punti caldi della loro protesta: la reintroduzione del voto in condotta e del maestro unico, i tagli ai fondi per l’università, che potrebbero dare come risultato l’incremento delle facoltà a numero chiuso e l’aumento delle tasse universitarie.
Valentina Giorda, dell’esecutivo nazionale dell’Udu afferma:“I provvedimenti presi dal ministro Gelmini riportano indietro il sistema scolastico di 50 anni e fanno sembrare lo studente una scatola vuota in cui inculcare delle nozioni”.
Un termine molto ricorrente negli striscioni e nelle bandiere che i ragazzi stanno sventolando è, infatti, “cultura”. È proprio la cultura che, secondo molti ragazzi del corteo, viene messa dalla riforma Gelmini decisamente in secondo piano. “La conoscenza non deve essere un capitolo di spese – dice Stefano Vitale, coordinatore UdS – una finanziaria che preveda tagli così netti all’istruzione pubblica è semplicemente devastante per la cultura dei giovani”.
Manuel Massimo