A spiegare gli effetti di questa presa di posizione è stato il prorettore de La Sapienza, Azzaro Bartolomeo che, nel corso di una conferenza stampa a cielo aperto, ha sottolineato che «visto che il 40% dell’attività didattica è svolta dai ricercatori si rischia la paralisi e ad essere maggiormente penalizzata sarà proprio la facoltà di Architettura, dove questa percentuale aumenta fino a toccare l’80%».
La speranza è che il presidente Giorgio Napolitano «svolgendo il suo ruolo di notaio super partes lavori per modificare quegli aspetti della riforma che sono pericolosi per l’università italiana e che quindi sostenga le motivazioni della protesta».
Sul tetto, ribattezzato Piazza dell’Università libera, pubblica e aperta c’erano anche studenti che, a priori, dicono no a chi «cercherà di mettere noi studenti contro i ricercatori colpevolizzando questi ultimi per la mancanza di lezioni che senza il loro aiuto non potranno essere svolte.