“Esprimo grande soddisfazione – è stato l’immediato commento di Renato Guarini, rettore della Sapienza – Il ruolo che ricopro mi porta ad avere una certa pratica in fatto di intese e protocolli vari, ma questa volta è diverso, e qua sta il fatto positivo. Solitamente gli accordi ci mettono un po’ di tempo a concretizzarsi, in questo caso posso dire che l’operatività è immediata”.
“Questa è la dimostrazione di come gli atenei siano stati capaci di fare sistema”. E’ stato l’intervento di Guido Fabiani, rettore di Roma Tre.
Il progetto nasce per il tramite di Laziodisu, ed è teso a favorire lo scambio interculturale tra Italia, Israele e Palestina, nonché a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla costruzione degli strumenti di pace. Coincidenza vuole che sia lanciato proprio alla vigilia del Forum internazionale sul diritto allo studio previsto per domani a Perugia.
“Nei limiti delle finanze – ha spiegato l’assessore Silvia Costa – la Regione è riuscita comunque, a portare avanti i suoi intendimenti, quelli cioè, di dare impulso alla promozione delle eccellenze accademiche, tenuto conto che ci sono già state iniziative in questo senso e che l’Ente ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’accoglienza degli studenti stranieri sul suo territorio, comunitari e non”.
L’apprendimento della lingua italiana non avverrà solo nel nostro Paese. E’ previsto, grazie ad un secondo protocollo, un Centro linguistico e formativo a Betlemme. A questo si aggiungano i master e i corsi universitari e di specializzazione che presto verranno messi a punto in Terra Santa.
Padre Ibrahim Faltas, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II e parroco di Gerusalemme, ricorda: “E’ bello che si possa parlare di scambi, dialogo, pace e istruzione mentre c’è chi dice di voler eliminare Israele dalle cartine geografiche”.