L’Associazione nazionale presidi di Roma ha scritto una lettera al sindaco Roberto Gualtieri e al prefetto Lamberto Giannini, chiedendo un confronto urgente tra istituzioni per affrontare il fenomeno delle occupazioni scolastiche e le criticità ad esso collegate. Alla richiesta, secondo il documento, dovrebbero partecipare anche la Città metropolitana e il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Nella missiva il presidente dell’associazione, Mario Rusconi, denuncia quello che definisce un “rito diseducativo e vandalico”: occupazioni di istituti da parte di piccole minoranze di studenti che, a loro dire, intendono portare all’attenzione pubblica temi nazionali o internazionali attraverso la sospensione delle lezioni. Secondo i presidi, tali azioni provocano danni materiali rilevanti alle strutture scolastiche, talvolta stimati in centinaia di migliaia di euro, che ricadono sui proprietari degli edifici — Comune e Città metropolitana — e, in ultima istanza, sulle casse pubbliche.
Oltre all’impatto economico, Rusconi sottolinea nella lettera il “danno formativo” causato dall’interruzione prolungata dell’attività didattica, che colpisce soprattutto gli studenti più fragili, difficilmente in grado di recuperare gli apprendimenti persi. L’associazione evidenzia anche un danno educativo legato al messaggio implicito che tali occupazioni possono trasmettere, ovvero quello di un’azione priva di conseguenze e quindi giustificabile, contraddicendo così gli sforzi delle scuole per promuovere il rispetto delle regole e della convivenza civile.
Secondo i presidi, il fenomeno non si limita alle proteste studentesche ma comporta anche manifestazioni conflittuali, devastazioni e, in alcuni casi, episodi collegati a comportamenti preoccupanti come la diffusione delle cosiddette “liste stupri” nelle chat tra studenti, che hanno richiamato l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica.
La lettera chiede quindi un tavolo di confronto tra le istituzioni competenti per studiarsi misure efficaci di contrasto alle occupazioni e per tutelare la regolarità dell’attività scolastica, il diritto allo studio della maggioranza degli alunni e la sicurezza degli edifici.
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