Il sindacato Anief torna a sollevare la questione delle pensioni del personale della scuola, denunciando una disparità di trattamento rispetto ad altri comparti del pubblico impiego. In un’intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa, Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ha spiegato che dal 2028 l’età pensionabile aumenterà di tre mesi, coinvolgendo anche le forze armate e di polizia, che potranno lasciare il lavoro con una quota 97,8 — somma di età anagrafica e anni di contributi.
Tuttavia, sottolinea Pacifico, “i lavoratori della scuola saranno costretti a raggiungere una quota pari a 110,6, un divario inaccettabile che penalizza una categoria già fortemente provata”.
Il leader del sindacato evidenzia come il lavoro degli insegnanti e del personale ATA sia “ad alto rischio burnout” e per questo dovrebbe essere riconosciuto come attività usurante:
“La maggioranza politica – spiega Pacifico – ha ignorato la nostra richiesta, ma non possiamo accettare che chi lavora ogni giorno con responsabilità educative e carichi psicologici elevati venga trattato con meno considerazione di altri comparti pubblici. Gli anni si accumulano, e la distanza generazionale con gli studenti cresce, aggravando anche i problemi di salute psichica e fisica del personale.”
Anief chiede dunque un adeguamento delle regole pensionistiche per il comparto istruzione, proponendo anche di estendere il riscatto gratuito o agevolato della laurea ai docenti, come previsto nella proposta di legge n. 1413 a prima firma della senatrice Carmela Bucalo.
“Equiparare i lavoratori della scuola alle forze armate – conclude Pacifico – sarebbe una scelta di buon senso e giustizia sociale. Non si tratta solo di una rivendicazione sindacale, ma di un atto di riconoscimento verso chi dedica la vita alla formazione delle nuove generazioni.”
📈 L’Anief ribadisce quindi la necessità di una riforma equa delle pensioni nel settore scolastico, in linea con la realtà quotidiana di un lavoro sempre più gravoso e cruciale per il futuro del Paese.
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