Parma, stop alle elezioni del nuovo rettore Il Tar dà ragione al Miur e Ferretti resta in carica

Bloccate le elezioni per il nuovo rettore a Parma. Il Tar dell’Emilia, accogliendo il ricorso del Ministero dell’Istruzione, ha automaticamente prorogato il mandato di Gino Ferretti, già  “scaduto” nel 2011. Dal 2000 a capo dell’ateneo emiliano, Ferretti potrà continuare a conservare la sua poltrona, occupata già dal 2000.  

La decisione del Tribunale è stata accolta dal comitato dei professori “no-proroga rettori” come l’ennesimo attacco alla democrazia. Mentre alla Statale di Milano, nella medesima situazione di Parma quanto a scadenza del mandato rettorale, si sta procedendo alle elezioni, confrontandosi sui voti riportati da ciascun candidato rettore e dibattendo sui risultati della prima tornata di elettorale, l’ateneo emiliano resta fermo a dodici anni fa.

“Come cittadini, prima che come docenti universitari, personale tecnico-amministrativo e studenti, ci indigna che con l’espediente del comma 42-ter inserito nella spending review il Governo Monti sia riuscito a privare ben 15 Atenei italiani della possibilità di esprimersi attraverso le legittime consultazioni elettorali”, ha sottolineato il Comitato. Tra le scelte più criticate quella di “premiare rettori uscenti da più mandati consecutivi e dunque incandidabili, responsabili in prima persona dello stato di agonia in cui versano i rispettivi atenei, con ben due anni di proroga”.

Il comitato ha ribadito in questi giorni la volontà di “continuare a svolgere un’opera di denuncia degli abusi perpetrati ai danni di una comunità accademica che altro non chiedeva, se non esercitare il diritto alle legittime elezioni per il rinnovo dei propri vertici, ci appelliamo al Presidente della Repubblica Napolitano, al Presidente del Consiglio Monti, ai partiti che sorreggono il Governo e alle opposizioni, affinché si riconosca che quanto previsto dal comma 42 ter non può in alcun caso considerarsi applicabile ai Rettori il cui mandato scadeva nel 2011, avendo costoro già goduto dell’anno di proroga che spettava loro per legge”.

 

 

 

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