“Studiare Mediazione significa diventare professionisti delle lingue. Ma anche della comunicazione, della cultura e del cambiamento”
Cosa significa davvero studiare Mediazione linguistica e culturale oggi?
Quali sbocchi apre, quali competenze richiede e che ruolo gioca l’intelligenza artificiale in un mondo dove le lingue sembrano ormai alla portata di un clic?
Lo abbiamo chiesto alla Prof.ssa Anna Isabella Squarzina, docente di Lingua e Traduzione Francese e punto di riferimento del corso in Mediazione linguistica e culturale della LUMSA di Roma.
Prof.ssa Squarzina, ci spiega cosa significa studiare Mediazione linguistica?
“Significa studiare approfonditamente le lingue e diventare specialisti della comunicazione, ma soprattutto applicare queste competenze in contesti concreti.
L’approccio è professionalizzante: ci sono simulazioni, lavori di gruppo, case study, laboratori e uno stage curricolare gestito dall’Ateneo.
La laurea fornisce una formazione ampia, flessibile e aggiornata, e apre sia all’inserimento lavorativo sia al proseguimento degli studi, anche in ambiti come comunicazione, relazioni internazionali, economia o marketing.
Alla LUMSA si possono studiare inglese, francese, spagnolo, tedesco, cinese e, come terza lingua, anche arabo.”
Quali sono le principali materie di studio?
“Le due lingue di specializzazione sono centrali e vengono insegnate con corsi di linguistica ed esercitazioni pratiche con lettori madrelingua.
Si affiancano insegnamenti di letteratura, semiotica, teoria della traduzione, linguistica generale, ma anche corsi specifici legati ai tre percorsi:
- Mediazione interculturale (sociologia, storia, diritto)
- Mediazione per l’impresa (economia, business English, diritto dell’impresa)
- Mediazione per il turismo sostenibile ed eventi culturali (patrimonio, beni culturali, gestione turistica).
Sempre più spazio viene dato alla sostenibilità ambientale, trasversale a tutte le discipline.”
Quanto conta l’attività laboratoriale?
“Moltissimo.
Le esercitazioni linguistiche sono suddivise per livello, in gruppi piccoli, così che ognuno possa procedere con il proprio ritmo.
Anche chi ha già un livello C1 può trovare stimoli.
Ogni anno attiviamo laboratori diversi in base alle esigenze del mercato: scrittura accademica, comunicazione orale e linguaggio non verbale, tutti essenziali per chi si occupa di mediazione professionale.”
Quali difficoltà incontrano gli studenti al primo anno?
“Chi frequenta regolarmente e lavora con costanza di solito non ha problemi.
Gli esami sono ben distribuiti e l’ambiente è accogliente.
Ovviamente chi inizia una nuova lingua da zero deve impegnarsi di più, ma ne vale la pena, specialmente per lingue come il cinese, che al liceo sono poco trattate.”
L’intelligenza artificiale influisce sul settore?
“Sì, l’IA ha un impatto crescente.
I software di traduzione sono sempre più sofisticati, ma servono professionisti capaci di controllarli, guidarli e correggerli.
Per questo abbiamo introdotto un insegnamento specifico sull’intelligenza artificiale applicata all’analisi e alla traduzione dei testi.”
Quali sbocchi lavorativi apre il corso?
“Il Corso prepara a due profili principali, che però restano flessibili grazie ai crediti a scelta:
- Mediatore linguistico per istituzioni, cultura e istruzione:
- esperto in contesti multietnici e multiculturali
- traduttore in ambiti istituzionali o ONG
- esperto linguistico per editoria, giornalismo e comunicazione online
- Mediatore per imprese e turismo:
- esperto linguistico in azienda
- comunicazione interlinguistica e multimediale
- manager turistico o consulente per eventi culturali e politiche di sostenibilità“
Che consigli darebbe a chi vuole iscriversi?
“Frequentare con costanza, partecipare alle numerose attività offerte dal corso, sin dal primo anno.
Un esempio è il ciclo Le professioni della mediazione, dove gli studenti incontrano professionisti di diversi ambiti: ONG, cinema, traduzione, comunicazione aziendale.
Consiglio anche di coltivare un rapporto diretto con i docenti, reso possibile dai piccoli numeri.
L’università, se vissuta con entusiasmo, può diventare un’esperienza davvero unica.”
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