Molte studenti e docenti non concordano con la circolare, protocollata come “riservata”, inviata nei giorni scorsi ai presidi dalla dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio Paola Sabatini: “La rilevanza degli eventi geopolitici in corso è una tematica su cui si invitano le SS.LL. a garantire la massima serenità nell’organizzazione di occasioni di confronto e di dibattito nell’ambito delle occasioni didattiche. Tanto premesso, è necessario sottolineare l’esigenza di assicurare le specificità dei luoghi e dei momenti della vita scolastica, quali le riunioni degli organi collegiali, che devono essere esclusivamente finalizzate alla trattazione delle tematiche relative al buon funzionamento dell’istituzione scolastica e sottratte a qualunque altra finalità”. Insomma, un garbato invito ai docenti a evitare di parlare di Gaza nell’ambito delle riunioni di organismi scolastici come i collegi docenti.
A contestare la circolare per quel “riservata” anche l’associazione Dirigenti scuola del Lazio, che in un comunicato ufficiale scrive: “Plaudiamo al contenuto, incontestabile sul piano strettamente normativo, motivato dalla circostanza che diversi collegi dei docenti, esorbitando dal perimetro delle proprie competenze istituzionali stanno presentando mozioni finalizzate a deliberare su questioni extrascolastiche di natura geopolitica da riservare, semmai, al dibattito e confronto associativo o sindacale. Ciò che non comprendiamo è la necessità, da parte del direttore di parlare “sottovoce”, attribuendo carattere di riservatezza ad un’indicazione operativa che, proprio in quanto ineccepibile in punto di diritto, avrebbe ben potuto e dovuto assumere connotati ufficiali”. La Flc Cgil ha giudicato “inopportuna” la nota della dirigente.
Sabatini, si dice stupita dal clamore suscitato dalle sue dichiarazioni e, parlando con le agenzie, afferma: “Credo di aver scritto in un italiano comprensibile a tutti. Nell’incipit ho parlato di confronto e di dibattito garantendo il pluralismo necessario in questo momento storico per affrontare le questioni con serenità”. Insomma, nessun divieto, intromissione o repressione. “Ho solo ribadito il ruolo dei collegi docenti in un’ottica organizzativa. Anche noi adulti, soprattutto chi insegna, dobbiamo rispettare delle regole”. E sulla “riservatezza” della comunicazione sorride: “Ma davvero qualcuno pensa che non sapessi che questa circolare sarebbe andata oltre gli uffici dei presidi? È stata solo una forma di delicatezza, una formalità burocratica che si usa”.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv