E poi proseguono spiegando cos’è che proprio non riescono a mandare giù: “il limite di assunzioni del personale a tempo indeterminato al 20% dei pensionamenti, i tagli al Fondo di Finanziamento per le spese di funzionamento che raggiungono 1 miliardo e 441,5 milioni in 5 anni, la possibilità per gli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato, che diventa una costrizione per la sopravvivenza, sono provvedimenti volti a scardinare il carattere pubblico dell’Università”.
Quello che temono in qualità di rappresentanti di una buona fetta di studenti è che questi provvedimenti comporteranno “aumenti delle tasse incontrollabili, didattica e ricerca vincolata ai finanziatori privati, estensione a macchia d’olio del numero chiuso oltre che un aumento smisurato del fenomeno di fuga dei cervelli”.
La campagna che prende il via oggi ha il duplice obiettivo di “informare gli studenti e chiedere l’abrogazione degli articoli 16 e 66 della L. 133/08”.
Intanto la protesta negli atenei continua. Oggi sono in programma assemblee nelle città di Ancona, Bari, Torino, Firenze, L’Aquila, Roma, Ferrara, Cagliari. Sul sito dell’Udu è possibile visionare il calendario aggiornato delle iniziative e delle mobilitazioni nelle università.