"A Natale tutti a scuola" – La proposta della Lega Nord per i docenti non cattolici

Il caso Rozzano si porta dietro strascichi importanti per il mondo della scuola. La Lega Nord, infatti, ha presentato al Senato un disegno di legge per chiedere che tutti i dipendenti della scuola che non si riconoscono nei valori cattolici rinuncino anche alle feste cristiane, e quindi a tutto il periodo di vacanze natalizie.

“Il no Natale si traduce coerentemente in no festa – spiega Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega a palazzo Madama e primo firmatario della proposta di legge – con insegnanti o presidi che in quei giorni, festivi per i cattolici, possono invece andare al lavoro esercitando un loro legittimo diritto. È un’opportunità – dice ancora Centinaio, spiegando il senso «provocatorio, ma non troppo» della proposta – per tutti quegli insegnanti o presidi che magari rifiutano, come in questo periodo, di fare il presepe o far cantare le canzoni di Natale: se non riconoscono l’evento religioso allora andranno al lavoro. Del resto l’obiezione di coscienza è prevista per molte categorie, perché non aggiungere anche i docenti?”.

Nello specifico, all’articolo 3 del disegno di legge leghista si legge che “’obiezione di coscienza dà diritto a non osservare il riposo festivo connesso a tali festività”. “Le radici cristiane sono un valore fondante della nostra cultura – continua Centinaio – che è importante anche per gli appartenenti ad altre religioni o per gli atei e agnostici conoscere e rispettare, senza atteggiamenti di rifiuto o aprioristica preclusione. Voler a tutti i costi cancellare i simboli della nostra identità in nome di un mal interpretato laicismo significa rinunciare ai principi su cui si fonda la nostra società, dato che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, così come sancito dall’articolo 9, numero 2, della legge 25 marzo 1985, n. 121 ovvero la Ratifica ed esecuzione dell’accordo, con protocollo addizionale, firmato a Roma il 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929 tra la Repubblica italiana e la Santa Sede”.

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