Vogliamo uscire dalla crisi. Sono queste le parole dei “combattenti” che non si arrendono alla finanziaria in discussione alla Camera. Prospettive di vita sempre più degradanti e un mondo di formazione disorientato sono le conseguenze dei tagli sempre più consistenti che il governo opera a danno della società. Riduzione del personale e conseguente aumento della disoccupazione, soppressione di istituti scolastici e quindi sovraffollamento di altri, aumento delle tasse e tagli ai corsi serali solo una serie di cause-conseguenze che oggi a partire dalle 14.30 i manifestanti grideranno a gran voce tra le strade della città.
Definita ormai “distruzione della scuola pubblica”, la situazione si aggrava maggiormente se sommata ai tagli all’università, alla sanità e agli enti locali (7 miliardi di euro in tre anni a scuola e università, 400 milioni tra il 2010 e il 2013 al Fondo di Finanziamento Ordinario delle università, alla sanità 5 miliardi in tre anni e agli enti locali 20 miliardi) e quindi dalle aule alle facoltà il problema è esattamente lo stesso: precarietà, il mostro precarietà. Gli studenti si sono uniti e mai come adesso chiedono un blocco totale del Paese, un modo per dimostrare che ormai la crisi è di tutti, un male comune.
Il Coordinamento precari scuola, organizzatore della protesta, per la protesta di oggi ha coniato uno slogan che la dice lunga sulla volontà del popolo studentesco italiano: “Vogliamo un’eruzione di pubblica istruzione”.