Molestie all’università di Bologna, studentesse occupano un’aula: “Vogliamo un luogo dove raccogliere le denunce”

L’occupazione di nuovo spazio per poter aiutare le studentesse vittime di molestie all’università: è quanto hanno messo in atto le attiviste dei collettivi Mala Educación e Link Bologna che hanno occupato uno
spazio universitario in via Ranzani 14 “per riaprire la Consultoria Studentesca Autogestita Malaconsilia”.

Un “Metoo” in ateneo

L’occupazione avviene in un clima scaldato dalle denunce emerse nelle scorse settimane di tre studentesse in merito alle molestie subite da un loro ex professore, oggi in pensione, che poi ha patteggiato un anno e otto mesi. La denuncia resa pubblica da Malaconsilia ha fatto emergere altri casi, tutti raccolti dalla stessa associazione, che parla di “Metoo” dell’Alma Mater e chiede “che lo spazio di mutuo-aiuto della consultoria venga finalmente riaperto, per questo abbiamo occupato uno spazio in università”.

“Da due anni chiediamo uno spazio”

“È dallo sfratto del 2020 che chiediamo all’ateneo un’altra sistemazione. La recente vicenda di violenza all’interno dell’Unibo dimostra che il nostro lavoro è indispensabile. Violenze che sono andate avanti per tanti anni sono emerse solo grazie alla nostra attivazione. Vogliamo la Consultoria, vogliamo combattere le molestie in università e lo vogliamo fare partendo da uno spazio femminista e autogestito. L’università ci deve ascoltare” dicono le ragazze.

I successi sul Regolamento dell’Unibo

“Come rappresentanti degli studenti e delle studentesse abbiamo fatto un primo passo modificando il Regolamento dell’Unibo contro le molestie, che facilita il percorso per segnalare i casi di violenza e discriminazioni all’interno dell’Ateneo. Adesso è necessario uno scarto in avanti: continueremo a portare in tutti gli organi accademici la nostra richiesta per uno spazio autogestito attraversabile da tutte e tutti. Già l’inaugurazione dello sportello gestito dal Centro Antiviolenza ‘Casa delle donne’ è stata una prima vittoria, ed è una nostra storica rivendicazione, però l’operato dell’università non si può fermare a questo” concludono.

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