Medicina, gli studenti bocciano il nuovo test: “Si rischia di creare una competizione già durante gli anni delle superiori”

Deve ancora essere definito nella sua interezza ma il nuovo test per accedere alla facoltà di Medicina sembra non piacere agli studenti. Per loro l’idea di far iniziare la preparazione al test negli ultimi due anni di scuola superiore è sbagliata soprattutto perché rischia di creare una competizione sempre più serrata tra i ragazzi.

“L’introduzione di test e valutazioni fin dalla quarta superiore non rappresenta per noi una modalità di orientamento, come sostenuto dal Ministero, quanto più l’intenzione di creare ancora più competizione nel corso di Medicina. La motivazione di questo cambiamento risiede principalmente nel voler far accedere al corso studenti già ‘eccellenti’, già convinti e sicuri, che abbiano dedicato già gli ultimi due anni di scuola alla preparazione per l’ingresso a Medicina” spiega Lorenzo Morandi, Coordinatore di LINK Coordinamento Universitario. Il riferimento è alle parole della ministra delll’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, che nei giorni scorsi ha detto di voler modificare le modalità di accesso al corso di medicina, prevedendo, a partire dal 2023, la sostituzione del test di ingresso con un corso valutativo da intraprendere a partire dal quarto anno di superiori.

La riforma proposta dalla ministra Messa poi non convince gli studenti perché non accoglierebbe, per l’ennesima volta, la proposta di superare il numero chiuso ampliano l’offerta formativa per le facoltà di Medicina. “Crediamo che questa sia una distorsione dell’idea di didattica e di orientamento, poiché viene rafforzata l’idea che ci debba essere un elemento di predeterminazione, quasi vincolante, nella scelta del proprio percorso di studio, non venendo meno nemmeno il sistema di numero chiuso che da sempre sosteniamo debba essere superato tramite un investimento serio nel sistema sanitario nazionale – aggiunge Morandi – Rispetto a quest’ultimo non è ancora previsto un potenziamento che risponda al fabbisogno reale della popolazione, ma ad oggi si prevede solo di riequilibrare il numero dei medici al netto dei pensionamenti e delle cessazioni di servizio che avverranno nei prossimi anni. Ancora una volta gli studenti non sono stati interpellati su una riforma che li riguarda da vicino, il ministero avvii subito un confronto con la componente studentesca su questi temi”.

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