Il sondaggio è stato effettuato su un campione rappresentativo di 1.642 studenti di Palermo, Catania e Trapani. Per il 68% il bullismo non ha nulla a che vedere con la goliardia e la mafia è un fenomeno prettamente criminale. Quasi un quarto del campione – il 24% – è convinto che la mafia sia “una risorsa o una tradizione”. Un dato da non sottovalutare e su cui le Istituzioni dovrebbero interrogarsi.
In controtendenza il dato che riguarda il bisogno di sicurezza percepito dai giovani. Il 77% ammette la presenza di fenomeni di bullismo nelle scuole e il 69% vorrebbe una maggiore vigilanza. Per arrivare al 79% di chi non si sente protetto a sufficienza dallo Stato.
“C’è una diffusa sfiducia dei giovani – dice Adriana Bongiorno, dirigente dell’Ipsia Medi – verso lo Stato e le Istituzioni. Sarebbe necessario dare vita a forme di collaborazione scuola-enti per diffondere nelle classi il messaggio che è vincente chi rispetta e difende le regole”.
“La lotta alla mafia passa anche attraverso una rivoluzione culturale: in questo è fondamentale il ruolo educativo svolto dalla scuola” sostiene in una nota Renato Campisi, portavoce di Mafia Contro. L’associazione, insieme al senatore Carlo Vizzini che ne è il presidente, promuoverà prossimamente un incontro con il ministro della Giustizia Angelino Alfano e con il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini per un’analisi approfondita sui risultati conclusivi emersi dall’indagine.
Manuel Massimo