“Ci siamo avvalsi di esperti, docenti di pedagogia e altre figure professionali per mettere su uno staff competente – ha spiegato la Rozzi al Corriere dell’Università – per essere adeguatamente preparati i nostri tecnici devono conseguire una specializzazione di due anni grazie al master organizzato dall’Istituto YogaEducational con il patrocinio del Comitato Italiano per l’UNICEF, delle facoltà di scienze della formazione dell’Università di Bologna e Padova e diverse istituzioni pubbliche”.
Un’attività nuova che ha entusiasmato i ragazzi degli atenei di Bolzano, Bologna, Padova, Trieste e Parma che hanno già sperimentato questa materia. “I corsi sono sempre affollati e hanno trovato un riscontro positivo anche per alcuni accordi in via di definizione nell’ambito della ricerca – ha continuato a spiegare la Presidente di Sarva Yoga – anche con la facoltà di scienze motorie del nostro ateneo stiamo avviando alcuni progetti con il coinvolgimento degli studenti nell’ambito del benessere fisico e nel settore ospedaliero”.
Un caso tutto italiano poiché, strano ma vero, nella patria dello yoga, l’India, è stata proprio la prof.ssa Rozzi a tenere i primissimi corsi di pedagogia yoga presso le università di Calcutta e Delhi. Grazie al contributo della docente anche altri atenei stanno entrando in questo mondo tutto nuovo, Rozza ha svolto seminari sulla scienza dello yoga presso la facoltà di educazione fisica dell’università di Bratislave e seminari per l’inserimento dello yoga nella scuola in Argentina, in Russia, Romania, Slovacchia e Svizzera.
Tra i primi successi di questo percorso accademico “insolito”, la laurea specialistica conseguita lo scorso ottobre da Paolo Del Monte della facoltà di medicina e chirurgia dell’ateneo di Bolzano che ha presentato una tesi dal titolo “Le energie della colonna vertebrale” illustrando, con video, anche una classica sequenza di asana: la serie Rishikesh.
Martina Gaudino