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Leucemia pediatrica acuta: dall’Università di Trento e Yale un passo avanti verso nuove terapie

Luigi Bevilacqua by Luigi Bevilacqua
29 Agosto 2025
in Università
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Leucemia pediatrica acuta: dall’Università di Trento e Yale un passo avanti verso nuove terapie

In foto Toma Tebaldi e Christian Ramirez (©UniTrento ph.Marco Parisi)

Una malattia rara e aggressiva

La leucemia pediatrica acuta, in particolare la leucemia megacarioblastica acuta (Amkl), è una forma rara e molto aggressiva di leucemia mieloide acuta. Colpisce i megacariociti, le cellule che producono le piastrine, e si manifesta più frequentemente nei bambini sotto i cinque anni, soprattutto in quelli con sindrome di Down. In Italia vengono diagnosticati in media sei-sette casi all’anno.

Le terapie oggi disponibili sono soprattutto la chemioterapia e il trapianto di cellule staminali. Non tutti i pazienti, però, rispondono positivamente. Una delle difficoltà principali è la scarsa conoscenza dei meccanismi molecolari che portano all’insorgenza della malattia.


Lo studio di Trento e Yale

Un importante passo avanti arriva da una ricerca condotta dall’Università di Trento insieme alla Yale University, appena pubblicata sulla rivista scientifica Blood e scelta come copertina dell’ultimo numero.

Lo studio è stato coordinato dal laboratorio di RNA and Disease Data Science dell’Università di Trento guidato da Toma Tebaldi, professore di Biologia molecolare, in collaborazione con i laboratori statunitensi di Diane Krause e Stephanie Halene, oltre al Policlinico di Milano con Giulia Biancon. Al lavoro hanno contribuito anche i ricercatori Irene Moratti e Christian Ramirez.


La scoperta: il ruolo dell’RNA

Analizzando dati di sequenziamento dell’RNA, i ricercatori hanno individuato il meccanismo che collega lo sviluppo della leucemia pediatrica acuta a una specifica alterazione genetica. In particolare, due geni normalmente separati si fondono dando origine a una proteina mutante chiamata RBM15-MKL1.

Questa proteina agisce alterando un processo chiamato modifica m6A, che regola il comportamento di alcuni RNA responsabili della trasmissione delle informazioni genetiche dal DNA. In pratica, la proteina mutante “dirotta” i normali processi dell’RNA e attiva in modo anomalo la via di segnalazione cellulare WNT, già nota come cruciale nello sviluppo di diversi tumori.


Implicazioni cliniche e prospettive

La ricerca rivela un tassello fondamentale per comprendere l’insorgenza della leucemia pediatrica acuta. Dal punto di vista clinico, lo studio apre la possibilità di utilizzare terapie mirate contro le alterazioni dell’RNA.

«Adesso che sappiamo che la proteina mutante agisce sull’RNA e sulle sue modifiche, l’obiettivo è provare a usare terapie innovative e farmaci già in fase di sviluppo, capaci di colpire questi meccanismi e correggerli», spiega il professor Toma Tebaldi.


Un contesto internazionale in cambiamento

Lo studio nasce in un momento complesso per la ricerca globale sull’RNA. Negli Stati Uniti, leader in questo settore, sono stati annunciati tagli ai finanziamenti. «Gli strumenti di collaborazione con gli enti statunitensi stanno cambiando, e bisognerà trovare nuove soluzioni per accedere a fondi comuni», sottolinea Tebaldi.

Il progetto è stato finanziato anche da Airc e sostenuto da fondi ministeriali nell’ambito del Pnrr, a dimostrazione di quanto sia cruciale l’investimento pubblico nella ricerca scientifica.

La scoperta dei meccanismi molecolari che collegano la proteina RBM15-MKL1 all’alterazione dell’RNA rappresenta un passo decisivo nella comprensione della leucemia pediatrica acuta. Grazie al contributo congiunto di Trento e Yale, si apre la strada a potenziali terapie innovative capaci di colpire la malattia in modo più mirato ed efficace.

Lo studio, dal titolo “RBM15-MKL1 fusion protein promotes leukemia via m6A methylation and WNT pathway activation”, non è soltanto un traguardo accademico ma un punto di partenza per offrire nuove speranze ai bambini colpiti da questa forma rara di tumore del sangue.

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