Nell’orientamento l’errore cercare di spingere i ragazzi verso determinati corsi di studio senza metterli nella condizione di decidere. Lo ha detto la Rettrice dell’Università degli Studi di Trieste, Donata Vianelli, alla 17esima edizione dello Young International Forum, il salone di orientamento per i giovani sui temi dell’università, dell’istruzione, dell’internazionalizzazione, del lavoro e delle startup, organizzato dalla Fondazione “Italia Education” in corso negli spazi di Cinecittà Studios. “Dobbiamo dimenticare la comunicazione e il marketing e orientare nel senso di aiutarli a capire a cosa si sentono più vicini. Dobbiamo anche – ha aggiunto – cercare di far capire che spesso si sbaglia, si inciampa e si cade e quelle sono opportunità per avere nuovi spunti e informazioni”.
“Se anche il corso di laurea scelto inizialmente non va bene, siamo sempre in tempo per cambiare” ha detto ancora. “Noi oggi parliamo qui di orientamento in entrata, ma sappiamo che c’è anche un orientamento in uscita, verso il mondo del lavoro. Questi ragazzi vanno formati anche nelle soft-skills, questo li rende vicini al mondo del lavoro” ha detto ancora Vianelli. Secondo la rettrice Vianelli, non è importante solo capire quanto sbocco effettivo dà un determinato percorso di studio, ma seguire le passioni.
Per la Rettrice della Sapienza Università di Roma, Antonella Polimeni “l’orientamento non è un momento fieristico dell’ultimo anno delle superiori ma un percorso che inizia prima. Dobbiamo ribaltare la prospettiva in una società che ha un obiettivo di performance importante. Le università hanno comunque il dovere di mettere in atto progetti di tutoraggio, credo che su questi temi sia necessario fare sistema” ha detto ancora la rettrice. “Dobbiamo riconoscere il valore degli insegnanti, che sono determinanti in momenti come questi” ha detto ancora. Secondo Polimeni, la sfida più importante delle università è quella di formare cittadini consapevoli.
A proposito di condizioni di genere negli atenei, le rettrici hanno posto l’attenzione sulla percentuale di rettrici donne nel nostro Paese. “Nei ruoli apicali in università la percentuale uomini-donne è ancora 70 contro 30 per cento” ha detto Polimeni. “In Italia abbiamo 17 rettrici su 85, sono poche ma è un miglioramento” le ha fatto eco Vianelli che, eletta da poco ha aggiunto “non sono stata eletta perché donna ma la quota rosa va comunque ricordata”.
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