Laurea in Comunicazione: tra teoria, pratica e nuove piattaforme
Il Prof. Alberto Marinelli, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale e docente di Teoria della comunicazione e dei media digitali alla Sapienza, parte da un assunto chiave: “Oggi tutti i media sono digitali, e parlare ancora di ‘nuovi media’ ha sempre meno senso. Ciò che conta è come si trasformano i modelli comunicativi.”
Dai media di massa agli influencer: cosa cambia?
Nel Novecento esisteva il “flusso a due fasi”: i grandi opinion leader filtravano l’informazione. Oggi questo ruolo è svolto dalle social influencer, nuovi snodi del discorso pubblico. Cambiano gli strumenti, ma restano centrali le logiche di mediazione. Per questo è importante studiarle in modo sistematico, con una solida preparazione teorica e metodologica.
“Non basta saper usare i social. Per passare da un approccio amatoriale a uno professionale servono basi culturali e analitiche.”
Comunicazione come parte dell’identità
La comunicazione, oggi, non è più un fenomeno esterno. È parte integrante delle nostre vite, delle nostre scelte, persino delle nostre relazioni. I giovani, secondo Marinelli, la percepiscono come essenziale, perché ormai è “incastonata nella quotidianità, nell’identità, nell’azione”.
Anche la politica è cambiata: non più un mondo separato dai media, ma un unico ambiente. “Un tweet può sostituire un comunicato ufficiale. I leader comunicano con lo stesso linguaggio dei social.”
Il percorso universitario: cosa si studia?
Nel primo biennio si costruiscono le fondamenta:
- storia contemporanea
- sociologia
- economia
- teoria dei media
Dal secondo biennio si affrontano corsi più specifici:
- comunicazione d’impresa e pubblica
- psicologia sociale
- semiotica
- sociologia dei consumi
- laboratori pratici
Nel terzo anno si introducono marketing, progetti di gruppo, e nei corsi magistrali si lavora come in una vera agenzia, con report, analisi e presentazioni.
Difficoltà, motivazioni e autonomia
Il passaggio dalle superiori all’università richiede autonomia, organizzazione e motivazione. “L’università è un ambiente meno protetto: puoi sbagliare un esame, ma devi imparare a rimetterti in gioco.”
Marinelli sottolinea come l’approccio universitario favorisca la maturazione personale, ma richiede un cambio di passo: la gestione del tempo, la progettualità, la capacità di collaborare.
Gli sbocchi lavorativi della laurea in Comunicazione
Una laurea in Comunicazione apre a percorsi molto diversi:
- social media management
- giornalismo e uffici stampa
- comunicazione istituzionale e pubblica
- agenzie di marketing e PR
- produzione televisiva e audiovisiva
La forza del percorso? “Sta nella sua flessibilità: permette di adattarsi ai cambiamenti del mercato e cogliere le nuove tendenze.”
Il consiglio: partire dalla motivazione
“Serve una motivazione chiara. La comunicazione è un ambito vasto: esploratelo, fissate obiettivi e coltivate relazioni.”
Per Marinelli, l’università è un luogo di incontro e trasformazione: si lavora in gruppo, si mettono alla prova competenze teoriche e pratiche, si cresce come persone oltre che come professionisti.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv