L'Aquila, un impulso dalle Belle Arti

Il direttore dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila Eugenio Carlomagno guarda al futuro e alla ricostruzione della città e, per farlo, si affida a quello che è rimasto in piedi: «La città non è scomparsa, il 50% del patrimonio culturale è in perfette condizioni, per il 30% bisogna vedere come sistemarlo, il 15% è da ricostruire e noi siamo a disposizione, abbiamo competenze specifiche e grandi professionalità».
E a dimostrazione della “buona architettura” a regola d’arte, frutto di un progetto serio e utilizzando materiali adatti, c’è proprio la modernissima Accademia aquilana disegnata da Paolo Portoghesi: il sisma non l’ha neppure scalfita, neanche un pezzo di intonaco si è staccato dalle pareti. L’edificio, che sorge nei pressi del casello L’Aquila Ovest dell’autostrada A/24, accoglieva 700 allievi e 80 docenti. E vuole tornare ad essere operativo al più presto: per essere un punto di riferimento qualificato nel delicato momento della ricostruzione.
Intanto per domani, martedì 14 aprile, il direttore Carlomagno ha convocato proprio in sede – nell’annesso teatro da 300 posti, anch’esso uscito indenne dal terremoto – un’assemblea per confrontarsi sul da farsi: «Bisogna pensare a ricostruire. All’Aquila gli studenti potranno lavorare e studiare contemporaneamente, faremo formazione sul campo», annunciando che entro due anni, grazie a un finanziamento comunitario già disponibile, nascerà un Campus universitario da cento posti su una superficie di due ettari, ben differente dal «lager che era stato creato in città» e tragicamente crollato.

Manuel Massimo 

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