«È un pretesto – sottolinea – attraverso il quale con l’emergenza s’impone a un territorio un’opera calata dall’alto. Si utilizzano ingenti investimenti nazionali per i quali lo Stato più che curare le popolazioni terremotate aiuta se stesso all’interno di ottiche di profitto».
Il professor Ciccozzi attacca il Comune ritenuto complice perché riguardo l’operazione dei siti ha preservato i terreni prossimi alla cintura urbana di proprietà della Chiesa, del demanio e delle imprese edili. «C’è anche la complicità dello Stato che, più che preservare il territorio e la sua qualità della vita, fa gli interessi di grandi potentati economici», conclude il docente.
Manuel Massimo