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L’appello di 200 docenti dell’università di Messina alla rettrice: “Stop accordi con ateneo israeliano”

Marco Vesperini by Marco Vesperini
29 Luglio 2025
in News
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“Scriviamo mentre la soluzione finale, organizzata dallo Stato di Israele ai danni di Gaza e della sua popolazione, è giunta quasi al termine”, esordiscono così più di 200 tra docentie ricercatori dell’università in una lettera-appello indirizzata ai vertici dell’Ateno per chiedere di interrompere l’accordo con la Hebrew University di Gerusalemme. L’università dello Stretto ha stretto un accordo quadro con l’ateneo israeliano nel 2021 prevedendo interscambi di docenti e di materiale di ricerca.

L’intesa scadrà nel 2026 e per il quale si era già mossa l’Unione degli universitari (Udu) di Messina nell’aprile del 2024, quando la richiesta di cancellarla è stata ignorata dalla rettrice Giovanna Spatari. Adesso, dopo che l’Università di Pisa ha interrotto due accordi che aveva sottoscritto con la Hebrew University e con l’università di Reichman, docenti e ricercatori di Messina si rivolgono a Spatari: “La popolazione muore letteralmente di fame; a decine, ogni giorno, si spengono, crudelmente denutriti, bambini per una precisa decisione politica e militare del governo Netanyahu. Di fronte allo sterminio forse c’è una sola cosa altrettanto indicibile: la possibilità che il genocidio diventi tollerabile. Allora, malgrado il fatto che la sparizione di Gaza lascia senza fiato, disperatamente, tenacemente, non vogliamo restare in silenzio”.

Dopo la pronuncia di altre realtà accademiche che hanno interrotto gli accordi con le università di Israele “avremmo auspicato, sulla scia di tanti pronunciamenti che si susseguono nelle Università italiane e europee, una presa di posizione della governance del nostro Ateneo nei confronti delle politiche criminali del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, in violazione sistematica delle norme più elementari del diritto internazionale”, si legge nell’appello. “In particolare, avremmo auspicato un’azione che mettesse immediatamente fine a quella che oggi è una macchia nerissima che pesa sul corpo della nostra Università: l’Accordo quadro di cooperazione internazionale, in vigore dal maggio del 2021, con la Hebrew University di Gerusalemme”.

Un ateneo che è “in prima linea – scrivono i firmatari dell’appello – nel dare supporto, in varie forme, all’apparato bellico israeliano. A dimostrazione della posizione intollerabile della Hebrew University è recentissimo (21 luglio 2025) l’annuncio da parte del rettore dell’Ateneo di Pisa di sospendere ogni accordo di cooperazione con la Hebrew University per il suo attivo coinvolgimento nelle politiche coloniali e di violenza e per l’aperto sostegno alle politiche del governo Netanyahu”.

L’attività accademica israeliana è, secondo i firmatari dell’appello, complice del governo israeliano: “Va ricordato, come ampiamente documentabile, che l’intero sistema accademico israeliano è coinvolto nel colonialismo e razzismo nei confronti dei palestinesi e della popolazione araba (vedi almeno, a questo proposito, l’imprescindibile libro dell’antropologa israeliana Maya Wind: Torri d’avorio e d’acciaio). Si tratta di programmi specifici nell’addestramento dei soldati, dei membri dell’intelligence, e attraverso il potenziamento e la realizzazione di armi e tecnologie. Lo si può verificare anche su un altro, cruciale, piano: alla Corte penale internazionale, che ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Netanyahu, per violazione del diritto umanitario internazionale, replicano le facoltà di Legge israeliane sostenendo l’illegittimità del diritto internazionale”.

Docenti e ricercatori chiedono quindi alla rettrice di “sfatare un equivoco, se qualcuno lo può ancora commettere in buona fede: non c’è in questo momento alcun ponte da costruire o salvaguardare con le Università israeliane, perché le istituzioni accademiche sono in prima fila nello sviluppo di quella che è stata definita ‘economia del genocidio’”. Per questo in più di 200 firmano l’appello per chiedere una “presa di distanza pubblica da parte del nostro Ateneo nei confronti della politica di sterminio del governo israeliano e delle istituzioni coinvolte nella soluzione finale del popolo palestinese”.

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