Il miglioramento della performance – osserva la stessa università – appare soprattutto legato ad indicatori quali: fondi esterni per la ricerca, matricole con voto di maturità superiore ai 9 decimi, iscritti che ottengono crediti in un anno, laureati in corso, rapporto tra docenti di ruolo e studenti in corso, nonché il nuovo parametro sul tasso di occupazione dei laureati a 3 anni dalla laurea.
“La classifica del Sole, per come è concepita, di solito favorisce i politecnici e le piccole università rispetto ai grandi atenei come il nostro che tengono insieme facoltà scientifiche e umanistiche”, commenta il prorettore Paola Monari. “Per questo – continua – l’Alma Mater non compare tra le primissime della classe, come invece accade nelle classifiche internazionali più autorevoli, quali quella del Times e di Shanghai. Siamo comunque soddisfatti del miglioramento di quest’anno”.