Per oltre cinque secoli, generazioni di studenti dell’Università di Oxford hanno dovuto pronunciare un giuramento curioso e inspiegabile: promettere solennemente di non riconciliarsi mai con Henry Symeonis. Un nome che, col passare dei secoli, era diventato quasi un fantasma della tradizione, tanto che in molti non sapevano più chi fosse questo misterioso personaggio.
Chi era Henry Symeonis
Henry Symeonis visse a Oxford tra il 1225 e il 1264. Figlio di un ricco possidente, era un cittadino influente della città. La sua fama, però, non deriva dalle proprietà o dalla sua posizione sociale, bensì da un oscuro episodio: nel 1242 fu accusato di aver preso parte all’omicidio di uno studente dell’Università. Il re Enrico III lo punì con una multa e lo esiliò da Oxford.
Anni dopo, nel 1264, il sovrano lo perdonò ufficialmente. Ma l’Università non dimenticò. E da quel momento nacque un’inimicizia destinata a durare secoli.
Un giuramento surreale
Dal Medioevo fino al 1827, tutti gli studenti che si laureavano con il titolo di Bachelor in Arts e aspiravano a diventare Master erano obbligati a ripetere la formula di giuramento che li impegnava a non cercare mai la pace con Henry Symeonis.
Un atto formale tanto assurdo quanto persistente: nessuno, col passare del tempo, ricordava più il motivo di quell’odio accademico. Eppure, la tradizione continuava ad essere rispettata.
La riscoperta della verità
Fu solo nel 1912 che uno storico, Reginald Lane Poole, scavando negli archivi universitari, riportò alla luce la vera identità di Henry Symeonis e il delitto che aveva innescato quella secolare ostilità. Oggi la vicenda è considerata un esempio straordinario di come le istituzioni possano conservare rituali e memorie collettive ben oltre la comprensione del loro significato originario.
Un “nemico eterno”
La storia di Henry Symeonis racconta come il peso della tradizione possa sopravvivere nei secoli, trasformandosi in un rito privo di senso ma impossibile da cancellare. Un uomo reale, vissuto nel XIII secolo, è diventato così il simbolo di un’inimicizia eterna, impressa per generazioni nel cuore della vita accademica di Oxford.
Leggi anche altre notizie su CorriereUniv





