Si tratterebbe di consentire alle piccole imprese di poter ospitare legalmente al proprio interno due o tre risorse giovani al fine di formarle e poterle poi inserire nel proprio organico stabilmente. Da un lato i giovani si impegnerebbero in un progetto di formazione accontentandosi di un rimborso all’inizio, ma con la prospettiva di imparare sul campo cose concrete e di aspirare poi alla stabilizzazione. Dal canto loro le piccole imprese se otterranno sgravi contributivi veri e soprattutto se otterranno un premio significativo per l’assunzione di quelle risorse saranno invogliate a formare per bene, vista la prospettiva di trattenere in azienda quei giovani.
Lo Stato nella fase iniziale non avrebbe costi e soltanto dopo qualche anno dovrebbe concedere degli incentivi sotto forma di sgravi fiscali. Questo darebbe forza alle piccole imprese in un momento in cui non se la passano proprio bene e una prospettiva per migliaia di giovani tolti dalla strada e talvolta dall’illegalità in un colpo solo. Giochiamo con i numeri. Se 100 mila piccole aziende prendono in carico 2 giovani ognuna, avremo dato una prospettiva nell’immediato a duecentomila ragazzi. Non è poco.