Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di una docente precaria esclusa dal concorso per l’insegnamento di Arte e Immagine nella scuola media. Il ministero dell’Istruzione e del Merito aveva motivato l’esclusione con la mancanza di due esami nel percorso universitario, richiesti per i laureati in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali: Grafica e Percezione e comunicazione visiva.
La docente aveva insegnato per anni senza contestazioni sul titolo. Nonostante ciò, il Tar del Lazio aveva dato ragione all’amministrazione, ritenendo necessari i due esami integrativi per colmare eventuali lacune. Come riporta Open, l’insegnante ha deciso di impugnare la decisione davanti al Consiglio di Stato.
I giudici hanno scelto un approccio diverso dal Tar. Hanno analizzato l’intero percorso formativo e stabilito che, anche senza i due esami indicati, il corso di laurea della docente aveva già un’impostazione grafica e visuale coerente con la disciplina A-01. La sentenza sottolinea che il ministero ha agito in modo eccessivamente rigido, escludendo la candidata solo perché mancava una dicitura identica nei piani di studio, ignorando i contenuti effettivi delle materie seguite.
Il Consiglio di Stato ha annullato l’esclusione e ha richiamato il ministero alle proprie responsabilità: in presenza di titoli affini, deve valutare il complesso delle competenze.
Gli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, che hanno assistito la docente, parlano di una decisione che può avere effetti oltre il singolo caso: “L’amministrazione, di fronte a titoli affini a quelli previsti, deve compiere un’istruttoria approfondita e verificare se le competenze richieste siano comunque garantite dal percorso complessivo”. La docente sarà ammessa alla procedura di stabilizzazione. Il verdetto potrebbe aprire la strada a migliaia di insegnanti precari penalizzati da cavilli e interpretazioni restrittive della normativa.
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