«Un comportamento che sembrerebbe andare contro gli interessi stessi degli atenei – rileva Bachelor in una nota – che dovrebbero essere i primi a cercare di incrementare il tasso occupazionale dei propri studenti. In questo modo si garantirebbero un ritorno di immagine che contribuirebbe a far crescere le iscrizioni e, cosa ancora più importante (soprattutto in tempi di crisi), aumenterebbero il valore del diploma conseguito dai laureati». Il tutto, viene ricordato da ultimo, disattendendo la legge 183 del 2010 (il cosiddetto Collegato Lavoro), che obbliga tutte le università (pubbliche e private) e i consorzi universitari a pubblicare e rendere gratuiti sui propri siti internet i curricula dei laureati negli ultimi 12 mesi, con il fine di incrementarne le opportunità di ingresso nel mercato del lavoro.
Fonte: Ansa