La mostra, in allestimento da domani, 6 marzo, presenta una ricostruzione analitica della situazione artistica italiana tra l’ultimo decennio del XIII secolo e la prima metà del XIV secolo, prendendo come punto di partenza gli spostamenti di Giotto lungo la Penisola. Un percorso che intende, quindi, attraversare non solo l’opera giottesca, ma anche indagare un quadro più ampio ovvero l’evoluzione del panorama artistico tra trecento e quattrocento.
Giotto si può considerare un artista iniziatore di un certo tipo di arte ma soprattutto come un anticipatore dei valori formali che verranno in uso nel Rinascimento; ebbe vastissima fama sia tra i contemporanei che tra i successori. La mostra ripercorre i pià importanti percorsi artistici giotteschi e mette in evidenza la svolta impressa dalla sua pittura.
Presenti all’esposizione anche altri capolavori di grandi maestri come Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, gli scultori Arnolfo di Cambio, Tino di Camaino, Giovanni Pisano, Giovanni di Balduccio, orafi, miniatori e il Maestro del Codice di San Giorgio, uno dei più raffinati e colti interpreti della lezione giottesca.
L’esposizione “Giotto e il Trecento “Il più sovrano Maestro stato in dipintura” resterà allestita al Complesso del Vittoriano di Roma fino al 29 giugno 2009.