«Con le regioni – ha aggiunto – è aperto un tavolo per rivedere il decreto sul diritto allo studio al fine di tener conto dei diversi costi della vita nelle regioni italiane». «Abbiamo anche introdotto con la riforma universitaria – ha proseguito il ministro – una nuova istituzione, il Fondo per il merito che dovrà attivare, anche nel nostro Paese, una prassi poco praticata, quella dei prestiti d’onore. Oltre ai 180 milioni stanziati per il diritto allo studio, abbiamo stanziato 50 milioni di euro, 10 con l’attivazione del fondo e altri 40 all’interno delle risorse contenute nella legge di stabilità. E comunque se le regioni non dovessero far fronte totalmente alla compartecipazione a cui sono chiamate abbiamo anche un Fondo integrativo di 60 milioni. Attraverso queste risorse – ha concluso il ministro – siamo in grado di aumentare di molto rispetto agli anni passati le borse di studio e quindi dare concretezza al dettato costituzionale».
Fonte: Ansa