Per il ministro «questo passaggio necessita di una legge: mi sto prodigando – ha detto – perché il parlamento vari una legge trasversale, appoggiata dall’opposizione, che introduca il meccanismo della carriera e che preveda per il reclutamento veda una maggior autonomia delle scuole. Auspico che questa sia la legislatura in cui si addiviene a una soluzione stabile, non modificata al cambiare del governo».
«Il tentativo della sinistra di ascrivere il problema del precariato a questo governo è un tentativo maldestro». Lo ha detto il ministro Gelmini sottolineando che «il precariato è un tema che nel nostro paese è nato negli anni ’70-’80, quando si sono fatti concorsi non prevedendo un numero definito di posti. La politica – ha aggiunto – ha dato molte speranze e di fatto molte promesse, ma è chiaro che la scuola ha una capacità limitata di assorbire posti di lavoro, questo non è stato calcolato, con il risultato che oggi è sotto gli occhi di tutti».
Quanto alla norma ‘salvaprecari’ approvata ieri il ministro ha spiegato che «Il Consiglio dei Ministri ha assunto un provvedimento a sostegno ai supplenti annuali, coloro cioè che in passato avevano diritto a una supplenza che durava tutto l’anno e che quest’anno non si trovano in questa condizione. Grazie ad una convenzione con l’Inps e con il Ministero del Lavoro abbiamo la possibilità di garantire a queste persone l’indennità di disoccupazione e, al contempo, una via preferenziale per l’espletamento delle supplenze brevi. Quindi una possibilità di rimanere all’interno delle scuole».
Sul reclutamento dei docenti è auspicabile una riforma condivisa. Il ministro Gelmini torna così, in una conferenza a Palazzo Chigi a parlare della necessità di una riforma del reclutamento dei docenti e sulla progressione di carriera. «In Parlamento sono stati depositati provvedimenti simili sul tema. L’Ocse, ma soprattutto il buon senso – ha osservato il ministro – spingono nel senso di un’approvazione rapida, e anche il sindacato, almeno a parole almeno, si dice d’accordo. Ci sono ddl che potrebbero essere riuniti e tradotti in un provvedimento bipartisan. Sono convinta che le riforme debbano durare più di un governo. Certo è che se non sarà possibile trovare un consenso esteso la maggioranza si assumerà le sue responsabilità».
Manuel Massimo