Negli ultimi anni la professione del farmacista ha subito una trasformazione profonda, accelerata da innovazione tecnologica, pandemia e nuovi bisogni di salute pubblica. Mentre l’intelligenza artificiale entra nelle fasi di ricerca e progettazione dei farmaci, le farmacie territoriali puntano a diventare veri e propri hub di “sanità intelligente”. In questo scenario, anche i corsi di laurea in Farmacia e in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF) si evolvono, formando nuove figure professionali ad alto tasso scientifico. Ne abbiamo parlato con la professoressa Gianferrara, docente e referente del corso.
Prof.ssa Gianferrara, cosa significa studiare Farmacia e Chimica e Tecnologia Farmaceutiche?
I corsi in Farmacia e CTF sono lauree magistrali a ciclo unico della durata di cinque anni. Dal 2023/24, sono diventati abilitanti alla professione di farmacista, previo superamento di una prova pratica prima della tesi.
Studiare Farmacia significa diventare esperti nell’uso terapeutico del farmaco e nella relazione con medico, paziente e sistema sanitario. Il farmacista è oggi una figura di collegamento cruciale per la corretta gestione delle terapie.
Il corso di CTF, invece, forma professionisti con competenze teoriche e pratiche che coprono l’intero ciclo di vita del farmaco: dalla progettazione alla produzione, controllo qualità e commercializzazione.
Quali sono le principali materie di studio?
Entrambi i corsi iniziano con una solida base scientifica: matematica, fisica, biologia, chimica organica e inorganica, microbiologia, anatomia, fisiologia.
Negli anni successivi, Farmacia approfondisce farmacologia, chimica farmaceutica, tossicologia, legislazione sanitaria, nutraceutica e cosmetica, fino alla farmacovigilanza.
CTF ha un impianto multidisciplinare, con forte focus su:
- Chimica e sintesi dei farmaci
- Biochimica e patologia
- Tecnologie farmaceutiche e industriali
- Gestione aziendale e normativa di settore
- Piante medicinali, farmacognosia e fitoterapia
Quanto è importante l’attività laboratoriale?
È centrale. Per Farmacia, si lavora molto su galenica, cosmetica e piante medicinali. In CTF, invece, le ore di laboratorio aumentano, soprattutto in ambito chimico, tecnologico e industriale. Si studiano anche forme farmaceutiche innovative, con uno sguardo alla produzione in larga scala.
Quali sono le principali difficoltà per chi inizia questo percorso?
Il primo impatto può essere duro: il passaggio dalla scuola all’università richiede un cambio di metodo, maggiore autonomia e capacità organizzativa.
Chi si trasferisce affronta anche una sfida personale e logistica. Tuttavia, è un’esperienza che rafforza indipendenza, autostima e senso di responsabilità.
Che impatto ha l’intelligenza artificiale in questo settore?
Nel campo della didattica è ancora marginale, ma crescerà. In ricerca farmaceutica, invece, l’IA è già una svolta: accelera la scoperta di nuovi composti, ottimizza studi clinici e riduce costi e tempi di sviluppo.
Nei prossimi anni sarà uno strumento fondamentale anche per i farmacisti, che potranno usarla per:
- automatizzare la gestione delle scorte
- rispondere con chatbot alle domande dei pazienti
- personalizzare servizi e marketing
- gestire meglio il rapporto con il paziente, sempre al centro
Quali sono gli sbocchi occupazionali?
- Farmacia: farmacie territoriali e ospedaliere, parafarmacie, laboratori privati e pubblici, industria farmaceutica, servizi sanitari.
- CTF: progettazione, sintesi, produzione e controllo dei farmaci; ricerca e sviluppo; prodotti per la salute e il benessere; diagnostici; normative.
Entrambi i percorsi aprono a ruoli chiave nel mondo farmaceutico, dalla ricerca al contatto con il pubblico.
Un consiglio per chi sta pensando di iscriversi?
Essere curiosi, studiare con costanza, non avere paura di chiedere aiuto. Coltivare relazioni, passioni e approfittare delle opportunità come i programmi Erasmus. È un percorso impegnativo ma molto formativo, sia sul piano professionale che umano.
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