Il Partito Pirata svedese («Piratpartiet») che si batte perché i cittadini possano scaricare e condividere programmi e file gratuitamente oltreché per il rispetto del diritto alla privacy, ha conquistato almeno un seggio (forse due, i risultati non sono ancora definitivi) al Parlamento europeo, risultando come quinto partito più votato in assoluto dall’elettorato della penisola scandinava.
«I giovani elettori hanno deciso di impegnarsi e sono andati a votare», ha dichiarato il leader della forza politica sconosciuta solo fino a pochi mesi fa, precisando che fra gli elettori di età compresa fra i 18 e i 30 anni, il suo è stato il partito più votato. I partiti politici tradizionali «non capiscono come vivono le generazioni più giovani: un voto per il Partito Pirata è un voto per i diritti civili, per la comunicazione libera e la società aperta».
Un programma semplice e concreto – libertà del peer-to-peer e dello scambio di contenuti sul web, radicale riforma dei diritti d’autore, abolizione del sistema dei brevetti e diminuzione dei controlli online – che ha conquistato l’elettorato giovanile e ha permesso di ‘infiltrare’ un hacktivist al Parlamento Europeo, in grado quindi di ‘seguire tecnicamente e politicamente le attività legislative legate a Internet e alle nuove tecnologie’, come recita il programma del ‘Progetto Arancione’.
Manuel Massimo