Droga e prostituzione a Milano: studentesse universitarie si offrivano per pagarsi l’affitto

studentesse universitarie

“Italiana da 8… appena entrata nel mercato! 21 anni, mora, un gioiellino. Regalo: 400 euro”. Una nuova inchiesta sul droga e prostituzione sta scuotendo la vita notturna di Milano. Le indagini, iniziate dal pm Frank Di Maio (deceduto ndr), hanno portato al processo per 16 indagati con l’accusa di spaccio e favoreggiamento della prostituzione.

Studentesse, calciatori, principi arabi: non manca nessuno nei festini notturni dei locali di Milano (tutti comunque estranei al momento all’inchiesta). Un mercato che portava le ragazze a guadagnare fino a 1.000 euro a notte, senza contare gli incassi da capogiro dei locali.

Stefania, 28 anni, inizia “come ragazza immagine al The Club e al Gioia 69” per 120 euro a sera. “Dopo fui io a chiedere se potevo prostituirmi ai tavoli, perché avevo bisogno di soldi”. Stefania partecipa a festini in case private e racconta scene abituali per il caso. “Prima di appartarmi con un ragazzo, ho visto un uomo che preparava la droga su un piatto. Ho l’immagine di mia sorella con la sigaretta cosparsa di cocaina e un altro appoggiato al divano che tirava di coca”.

Stefania racconta anche come funziona il sistema negli alberghi (anche loro estranei all’inchiesta). “Mi servo di alberghi come il Principe di Savoia, il Four Season, il Jolly Hotel di piazza Diaz e largo Augusto. Vengo pagata da 200 euro in su, ma anche fino a 5.000 euro. I miei clienti sono italiani. E anche qualche arabo. Mi è capitato di essermi messa d’accordo con il portiere del Jolly, mi ha chiamato varie volte”.

 Jessica, 19 anni, racconta come funziona il mestiere della squillo. “Vado a casa del cliente e ricevo da 300 a 1.000 euro. Me li procuro nelle discoteche o dopo le serate in cui faccio lap dance, normalmente al The Club, all’Old Fashion, in un ristorante di largo La Foppa. Entriamo gratis e ci sediamo al bar del privè dove si avvicinano gli uomini “. Racconta come “questi luoghi sono frequentati da molte prostitute che recuperano clienti ritenuti selezionati, perché frequentano locali alla moda”.

Jessica parla anche di A. P., considerato il “procacciatore di ragazze immagine e prostitute, nonché acquirente di droga per il suo ambiente”. Secondo la Procura gestisce 30 ragazze. “Io indico a lui il prezzo, lui trova il cliente, lo contatta e me lo fa conoscere. Ricevo i soldi direttamente dal cliente prima della prestazione”.

Ma c’è anche la studentessa che si prostituisce per pagarsi l’affitto. Ha 27 anni e frequenta l’Accademia di Brera. Mette a verbale che “dovendomi mantenere agli studi, sono stata costretta a prostituirmi per 200 euro”. Lei incontra A.P. in discoteca. “Mi propose di lavorare con ragazze di varia nazionalità, come ragazza immagine ai tavoli per 70 euro a serata più la percentuale sulle bottiglie. I locali erano The Club, Gioia 69, The Beach, La Capanna dello zio Tom, ma lì non ci sono andata. È stato A.P. a indicarmi la persona con cui andare. Fu il cliente a fissare il prezzo, 300 euro, quanto mi mancava per pagare l’affitto”.

L’organizzazione cercava poi di piazzare le ragazze vicino ai calciatori nei vari locali. “Devo mandare 12 ragazze allo Shocking, ci sono due nuove che hanno iniziato a lavorare  –  dice al telefono un pr. Una faceva la paperetta a Paperissima. Stasera ci sarà un tavolo di giocatori della Juve”.

Il giro di prostituzione arriva a coinvolgere il principe Gheddafi. Nel gennaio 2008, l’organizzazione, infatti, manda le squillo al Principe di Savoia da Mutassin Gheddafi, figlio del Rais ucciso nella rivolta libica. “Hanno bevuto champagne, 20 bottiglie di Kristal, poi sono finiti nella vasca idromassaggio”.

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