Docenti sul piede di guerra

Se le risposte non arrivano, noi alziamo la voce. E’ questa l’estrema sintesi dell’appello al mondo universitario lanciato dall’associazione nazionale dei docenti (Andu). Dopo mesi di attesa dal Governo non è arrivata nessuna risposta riguardo un confronto sul “Programma per l’Università” presentato lo scorso ottobre. In quel testo l’Andu indicava la direzione per affrontare i principali nodi dell’università italiana: sistema di finanziamento: reclutamento, avanzamento e stato giuridico della docenza; governo dei singoli atenei e del sistema nazionale; diritto allo studio; didattica; valutazione; dottorato di ricerca.
“Nessun confronto si è da allora realizzato con le Istituzioni – si legge in una nota dell’Associazione – mentre il Governo e il Parlamento hanno continuato ad adottare provvedimenti improvvisati e parziali, che hanno ancora di più aggravata la crisi dell’università senza risolverne le attuali indubbie criticità, da noi sempre sottolineate”.
E’ per questo che i docenti rinnovano “con forza l’invito a un confronto immediato, reale e approfondito”. Ma soprattutto lanciano un appello a tutti i componenti del mondo universitario affinché “si impegnino in prima persona per impedire la cancellazione dell’università pubblica, destino al quale essa è condannata per i tagli decisi per il 2010″. “L’abolizione dei tagli e nuovi consistenti finanziamenti sono solo la premessa – prosegue la nota – per il rilancio dell’Università che richiede anche un intervento legislativo che affronti le questioni nella direzione indicata nel nostro “Programma”, in un contesto Europeo e mondiale che ha fatto dell’investimento nella conoscenza uno degli strumenti fondamentali per il superamento della crisi economica”.
Infine l’Associazione dei docenti invita a convocare dalla prossima settimana, in tutti gli atenei, assemblee aperte a tutte le componenti e annunciano un’Assemblea nazionale a Roma prevista per la seconda metà di aprile.

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