Per gli studenti delle secondarie di secondo grado (le superiori, volgarmente), il rientro a scuola quest’anno potrebbe essere più sgradevole: i docenti potrebbero costringerli a consegnare il cellulare alla prima ora e a non ritirarlo più fino all’uscita dalla scuola. Non è detto che tutti gli istituti proibiscano i dispositivi anche durante l’intervallo, ma ogni scuola dovrà assicurare il divieto a lezione. Il motivo è scritto in una circolare del ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha allargato il bando degli smartphone a ogni ciclo di istruzione: “Tale intervento – si legge nella nota ministeriale – appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche”.
Divieto di smartphone
In realtà, è una novità solo per gli studenti delle superiori. Alle elementari e alle medie il divieto era già in vigore da anni. A decidere come applicarlo, però, saranno i singoli istituti – dunque, i presidi – che potranno stabilire se sequestrare i dispositivi all’ingresso o se concederli almeno durante l’intervallo. Solo in due casi potranno ammetterli anche a lezione: per gli studenti con disabilità, nei casi in cui lo preveda il loro Piano educativo individualizzato, e in alcune classi di Informatica e Telecomunicazioni. Ma, a breve, gli alunni italiani potranno essere in buona compagnia. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha presentato a maggio una proposta per vietare lo smartphone, almeno fino ai 14 anni, in tutte le scuole dell’Unione europea. Cinque Stati membri hanno già aderito ufficialmente e altri quattro hanno annunciato il loro sostegno. Al momento, la riforma è in attesa di nuovi Paesi favorevoli.
Il voto in condotta
Ma dal prossimo anno si dovrà stare ancora più attenti al voto in condotta, per evitare di prendere un 5 o un 6. Con l’insufficienza, infatti, gli studenti potranno essere bocciati indipendentemente dalle valutazioni – anche ottime – ottenute nelle altre discipline. Arrivando a giugno con un 6 in condotta, invece, l’ammissione all’anno successivo sarà sospesa. Per essere promossi, gli studenti dovranno scrivere e presentare al Consiglio di classe un elaborato di cittadinanza attiva che rifletta sul rispetto delle regole. E lo stesso dovranno fare gli alunni sospesi per oltre due giorni durante l’anno.
Il Ministero non ha spiegato ancora i criteri della prova ma, con ogni probabilità, si tratterà di un test che obbligherà lo studente a riflettere sulle proprie condotte devianti. Quali sono? A stabilirlo, come sempre, saranno i singoli consigli di classe. Ma il Ministero ha elencato alcuni comportamenti che dal prossimo anno dovranno essere puniti più severamente. Tra questi, il bullismo contro i compagni di classe, il cyberbullismo e le molestie online e gli atti di violenza fisica e verbale in aula, contro compagni e docenti.
Si torna alla Maturità
Per l’ultima novità si dovrà attendere la prossima estate. A cambiare è l’esame finale: quello che ora si chiama Esame di Stato riprenderà il nome di Maturità, come è stato per decenni. A riformarlo fu, nel 1997, il ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer nel primo governo Prodi. La sua norma rivoluzionava l’intera struttura dei cicli scolastici e, di conseguenza, il modo di valutare gli studenti al termine del percorso. Per questo, il suo esame cambiò nome.
Stavolta, però, non ci sono novità strutturali riguardo alle prove finali. Gli studenti dovranno sempre sostenere due scritti e un orale: gli stessi da sette anni a questa parte. Il ministro Valditara promette che l’ultima interrogazione dovrà valutare tutto il percorso scolastico e la persona a 360 gradi. La sua maturità, appunto. E, per farlo, ha dato nuove istruzioni: la prova non prenderà più le mosse dalla discussione del documento, ma saranno stabilite a gennaio quattro materie oggetto del colloquio. In più, il Ministro ha vietato lo “sciopero” della prova: chi farà scena muta per protesta sarà bocciato. Il resto delle decisioni sulla valutazione finale restano in mano alle commissioni che, però, saranno snellite: da 7 a 5 componenti.
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