La Francia si ferma per ricordare. Il 13 novembre 2015 resta la notte più buia della storia recente del Paese: cinque ore di terrore che sconvolsero Parigi e il mondo intero. Dallo Stade de France ai bistrot del centro, fino al Bataclan, gli attacchi coordinati dei terroristi dell’Isis causarono 132 morti e oltre 350 feriti. Tra le vittime anche l’italiana Valeria Solesin, 28 anni, uccisa mentre assisteva a un concerto rock.
Nel decimo anniversario della strage, il presidente Emmanuel Macron partecipa alle commemorazioni nei luoghi simbolo della tragedia, insieme ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime. Parigi si stringe nel ricordo di quella notte che nessuno potrà dimenticare.
Tutti ricordano dov’erano quando arrivarono le prime notizie. Allo Stade de France si giocava l’amichevole Francia-Germania, mentre al Bataclan si esibivano gli Eagles of Death Metal. I bistrot del decimo e undicesimo arrondissement erano pieni di giovani. Poi, il caos: le prime esplosioni fuori dallo stadio, gli spari nei locali, il panico per le strade.
I primi tre attentatori si fecero esplodere all’esterno dello Stade de France, provocando un boato che interruppe la partita. Poco dopo, altri commando aprirono il fuoco nei bistrot di zona, tra cui “La Bonne Bière”, “La Belle Équipe” e “Le Carillon”. I colpi risuonarono nel cuore di Parigi, mentre la polizia tentava di fermare la scia di sangue.
Intanto, al Bataclan, tre terroristi francesi affiliati all’Isis fecero irruzione durante il concerto. Iniziò un massacro durato tre ore, tra ostaggi, sparatorie e scene di puro terrore. I sopravvissuti raccontarono di essersi salvati fingendosi morti o rimanendo nascosti per ore. Poco prima di mezzanotte, le forze speciali francesi fecero irruzione: due attentatori si fecero esplodere, il terzo neutralizzato.
Quella notte si concluse con una carneficina senza precedenti. L’allora presidente François Hollande, parlando in diretta televisiva, definì l’attacco “un orrore” e dichiarò lo stato d’emergenza nazionale, chiudendo le frontiere della Francia.
Tredici membri dei commando jihadisti morirono negli attacchi; l’unico sopravvissuto, Salah Abdeslam, fu arrestato mesi dopo e condannato all’ergastolo. Le indagini successive portarono alla scoperta di una rete di fiancheggiatori tra Francia e Belgio.
Dieci anni dopo, Parigi continua a ricordare ogni vittima e ogni istante di quella notte. Nelle strade e nei luoghi della memoria, resta viva la promessa di non dimenticare mai il 13 novembre 2015, giorno in cui la Francia fu colpita al cuore ma trovò la forza di rialzarsi.
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