L’anno scolastico 2025/2026 segna un passaggio decisivo per la scuola italiana, impegnata a trovare un equilibrio tra tradizione e innovazione. Dopo le riforme approvate nel 2025, con il Decreto Scuola-PNRR, l’intero sistema educativo è chiamato a rinnovarsi: nuove regole sulla condotta, uso limitato degli smartphone, potenziamento dell’orientamento e maggiore attenzione all’inclusione.
La scuola che ha riaperto a settembre è una scuola in transizione, che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici. «La scuola italiana sta andando verso il futuro portando con sé tutta la tradizione e le radici culturali», spiega Gemma Stornelli, preside del Liceo Tasso di Roma. «Non possiamo rinunciare al nostro patrimonio, ma dobbiamo aprirci all’intelligenza artificiale e a nuove forme di didattica che parlino ai ragazzi».
Il 2025/26 rappresenta un banco di prova per dirigenti e docenti: da un lato si punta a restituire centralità al comportamento come valore educativo, dall’altro si investe in didattica digitale, edilizia scolastica e welfare studentesco. L’obiettivo è quello di costruire una scuola più rigorosa, ma anche più equa e capace di accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita.
In questo scenario, l’orientamento diventa la chiave del futuro. Non più un evento isolato, ma un processo costante che aiuta i ragazzi a conoscere sé stessi e le opportunità del mondo del lavoro. «L’orientamento non può ridursi a un open day», afferma Stornelli. «Serve un lavoro continuo di consapevolezza e collegamento tra scuola, università e imprese».
Un approccio condiviso da Cristina Costarelli, dirigente dell’ITIS Galilei di Roma: «La scuola italiana è da sempre attenta all’inclusione. Dal 1977 non esistono più le classi speciali e da allora lavora per rispondere a tutti i bisogni educativi speciali (BES). È un cammino che continua, fatto di adattamento e innovazione».
Per Costarelli, l’inclusione è parte integrante anche dell’orientamento: «Solo chi si sente sostenuto riesce a fare scelte consapevoli e a credere nel proprio futuro».
Nel complesso, la scuola italiana 2025/2026 è chiamata a rinnovarsi senza perdere la propria identità. Educare alla cittadinanza, promuovere il rispetto e valorizzare le competenze digitali diventano sfide centrali. Tra rigore e innovazione, la scuola resta il luogo dove si costruiscono cittadini consapevoli, pronti a vivere e cambiare il proprio tempo.
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